Il Vangelo di Giovanni ci racconta di un momento cruciale nella vita dei discepoli di Gesù. Molti lo stavano abbandonando, trovando le sue parole troppo difficili, perfino inaccettabili. Ma Pietro e gli altri decisero di rimanere, riconoscendo in Gesù la fonte della vita eterna.
Questa storia mi ricorda Claudia, una giovane studentessa che ho conosciuto quando facevo volontariato al Bambin Gesù. Claudia sognava di diventare medico, ma il percorso di studi, lo sapete anche voi, è durissimo. E difatti molti suoi compagni hanno abbandonato, si sono arresi, scoraggiati dalle difficoltà. E dopo un esame andato male anche Claudia era tentata di fare lo stesso. Un po’ come i discepoli di Gesù, anche lei si diceva: questo percorso è troppo duro, non fa per me.
Un giorno, visitando un ospedale per un tirocinio, ha visto un medico salvare la vita a un bambino. In quel momento, si è ricordata perché aveva scelto quella strada. Come Pietro con Gesù, Claudia ha capito che, anche se dura, quella era la sua strada, era la sua “parola di vita”, era ciò che dava senso alla sua vita.
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Questa storia, come quella dei discepoli, ci ricorda che nella vita ci saranno momenti in cui dovremo scegliere se abbandonare o perseverare. La chiave sta nel riconoscere ciò che veramente dà senso alla nostra vita.
Come Pietro disse a Gesù: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”, anche noi possiamo chiederci: “Qual è la meta del mio cammino? Che tipo di persona voglio diventare?”. Trovare questa risposta può darci il coraggio di andare avanti, anche quando la strada si fa dura.