Gesù sale sul monte, chiama a sé i discepoli che desidera e li costituisce come apostoli, dando loro una missione: stare con Lui, annunciare la Parola e scacciare i demoni. È un momento carico di significato: i discepoli non sono scelti per i loro meriti, ma per amore. Gesù li chiama per nome, segno di una relazione personale, e affida a ciascuno una missione unica.
Anche noi, attraverso il battesimo, siamo stati chiamati per nome da Dio. In quel giorno, il nostro nome è stato scritto nel cielo, in un registro che nessuno potrà mai cancellare. Questo significa che apparteniamo a Dio, che siamo suoi figli amati per sempre. Il battesimo non è solo un evento passato, ma una realtà viva che ci ricorda chi siamo e cosa siamo chiamati ad essere.
I nostri nomi, come quelli degli apostoli, sono legati a una missione. Non siamo stati scelti per rimanere spettatori, ma per essere parte attiva del piano di Dio nel mondo. Ognuno di noi ha un compito unico, una strada da percorrere, un messaggio da portare. Questa missione non sempre appare chiara, ma si realizza ogni giorno nei piccoli gesti di amore, di servizio e di testimonianza.
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Essere consapevoli che il nostro nome è scritto nel cielo ci dà una gioia profonda e una grande responsabilità. Non importa quali siano i nostri limiti o le nostre fragilità: Dio ha scelto proprio noi, come ha scelto quegli uomini semplici e imperfetti che divennero i suoi apostoli. Come loro, anche noi vogliamo stare con Gesù, per imparare da Lui e per portare nel mondo il suo amore.
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