La semplicità di alcune preghiere è perfino disarmante, a noi infatti pare di pregare bene quando facciamo discorsi complicati, pieni di citazioni bibliche e di ragionamenti logici. Ma se poi guardiamo alla preghiera del mendicante cieco ci accorgiamo che la forza della preghiera non è data dalla qualità dei discorsi, ma dalla onestà dei sentimenti.
Il cieco si mise a gridare: Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me! E con insistenza ripeteva: Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me! Fino a quando Gesù gli ha rivolto la parola, chiedendogli di esprimere la sua richiesta, ed ecco allora la seconda parte della preghiera: Signore, fa’ che io veda di nuovo!
E proprio prendendo l’esempio da questa preghiera molte persone recitano la preghiera del cuore che consiste nel pregare seguendo il ritmo del respiro e ripetendo dentro di sé queste parole: «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!».
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E se questo è quello che senti dentro di te, faresti bene a pregare anche tu così, ma per imparare a pregare da questo cieco non è necessario copiare le sue parole, bisogna invece imparare a lasciar parlare il proprio cuore.
Ecco il segreto della preghiera del cuore: non ordinare al tuo cuore di tacere, e nemmeno devi imporgli ciò che deve dire, lascia che il tuo cuore si esprima a Dio in libertà e in verità.