Mentre Maria piangeva presso il sepolcro, due angeli le domandarono: donna perché piangi? E poi le si avvicinò Gesù in persona e le disse di nuovo: Donna perché piangi?
Una domanda molto bella, perché non esprime curiosità, non è una domanda che ha bisogno di una risposta, è invece una domanda che serve per portare consolazione. Donna perché piangi? È un invito a non tenere dentro il dolore ma a cercare di raccontarlo di esprimerlo, e in qualche modo di gestirlo.
La sofferenza, quando viene trattenuta dentro il cuore può diventare nociva, guasta la vita, stende un velo di tristezza anche su ciò che è gioioso, un velo di grigiore su ciò che è bello, e può portarci a diventare ingiusti. Si perché se non dai valore alle cose che sono importanti, come alla tua stessa vita, o alle persone che ti stanno accanto, tu sei ingiusto.
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Non lasciare che la tristezza ti renda ingiusto, perché anche se nel tuo cuore c’è il dolore, questo non significa che nel mondo non ci sia più nulla per cui valga la pena di vivere. E allora prova a raccontare il tuo dolore, trova qualcuno a cui parlare, e se non trovi nessuno parlane almeno a Gesù nella preghiera.
E Gesù ti ascolterà, e ti dirà: non chiuderti nel tuo dolore, ma vai ad annunciare agli altri che la tua consolazione è nel Signore. E tu, che hai bisogno di consolazione, diventerai una consolatrice.