Gesù ci invita a compiere le nostre buone opere di nascosto, nel segreto, affinché queste opere buone siano viste dal Padre che vede nel segreto, ma non siano viste dagli uomini.
Di per sé non è un male che gli altri vedano che ci stiamo comportando bene, naturalmente il rischio da evitare è quello di smarrire l’autenticità delle nostre motivazioni.
Può capitare, infatti, che anche le azioni che apparentemente sembrano essere altruiste, rivolte al bene degli altri, in realtà servono solo per alimentare il nostro orgoglio, per cercare di essere lodati dagli altri, e quindi in definitiva facciamo il bene non per amore degli altri ma per amore di noi stessi.
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Ecco allora che Gesù ci chiede di avere un amore genuino, che non sia una maschera per il nostro egoismo, ma che sia qualcosa che serve a manifestare il nostro autentico amore per Dio e per gli uomini, con la preghiera e con la carità.
Detto questo, non è necessario vivere la propria fede di nascosto, anzi, la lampada accesa va posta in alto in modo che sia vista da tutti, noi siamo chiamati ad esprimere la nostra fede alla luce del sole.
Tuttavia, è essenziale avere dei momenti di preghiera nascosta, e dei gesti di amore che siano noti solo a noi che li facciamo, perché questo ci permette di non perderci, ci riporta all’essenza della nostra fede che è innanzitutto un moto interiore dell’anima, e solo come secondo passo diventa qualcosa di esteriore e manifesto a tutti.
Quindi, prima di tutto amiamo Dio e gli uomini nel segreto del nostro cuore, e poi da qui partiamo per manifestare apertamente quello che c’è dentro di noi.