Gesรน chiama Levi, un esattore delle tasse, per farlo diventare un suo discepolo, e poi siede a tavola con lui e altri peccatori. Quando i farisei lo criticano, Gesรน risponde con parole che toccano il cuore: โNon sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatoriโ.
Questa scena ci insegna qualcosa di straordinario: lโamore di Gesรน รจ per tutti, ma soprattutto per chi รจ ferito, smarrito o escluso. Egli non si ferma davanti al giudizio o al pregiudizio, ma apre il Suo cuore ai “malati”, a chi รจ lontano da Dio, a chi si sente indegno. E ci invita a fare lo stesso.
Aprire il nostro cuore verso i “malati” oggi significa superare le barriere del nostro egoismo, del giudizio o dellโindifferenza. Significa accogliere chi รจ diverso, chi รจ ferito nella fede, nella vita o nelle relazioni. Possiamo essere medici spiritualmente, offrendo comprensione, ascolto, e un amore che guarisce.
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Ma come fare concretamente? Iniziamo dalle piccole cose: un sorriso a chi sembra invisibile, una parola di incoraggiamento a chi รจ scoraggiato, un gesto di perdono verso chi ci ha ferito. Come Gesรน, possiamo “sedere a tavola” con chi รจ messo ai margini, aprendoci con sinceritร e compassione.
Gesรน ci ricorda che tutti, in fondo, siamo “malati” e abbiamo bisogno di Lui, il medico delle nostre anime. Accogliere questa veritร ci aiuta a essere piรน umili e disponibili verso gli altri, sapendo che il nostro amore รจ un riflesso dellโamore di Dio.