I farisei mettono alla prova i discepoli di Gesù e domandano loro: Come mai mangiate e bevete insieme a pubblicani e ai peccatori? Gesù da una risposta che solo lui poteva dare, e dice: io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.
Noi saremmo tentati di ripetere quella stessa frase, ma in realtà non possiamo, perché in realtà pure noi siamo peccatori, anche noi siamo malati bisognosi del medico. E ricordiamocelo bene: c’è un unico medico ed è Gesù.
Noi non siamo esseri immacolati che per misericordia si avvicinano ai peccatori, no, non è così, noi siamo semplicemente peccatori fra i peccatori. Ma è anche vero che l’essere cristiani ci spinge a non adagiarci in questa condizione di peccato, e per questo siamo in continua conversione, sempre protesi verso il bene che vogliamo conquistare dentro di noi, e sempre all’opera per dare il meglio alle persone con cui abbiamo a che fare.
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Il mondo non si divide tra peccatori ed esseri immacolati, ma tra persone che cercano di fare un cammino di miglioramento e altre che ancora non hanno aperto i loro occhi per comprendere il grande valore della loro vita, e ancora non si rendono conto che stanno sprecando il tempo per nulla.
Anche se qualcuno aspira ad una vita di peccato, in realtà non c’è miseria più profonda della miseria spirituale e, anche se i peccatori non comprendono la loro stoltezza, noi dobbiamo averne compassione.
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