Nel giorno del giudizio le città pagane saranno trattate meno duramente di quelle che si trovano in Israele.
Sembra quasi una minaccia, o una maledizione che Gesù rivolge ai suoi connazionali, perché hanno ricevuto la rivelazione di Dio in abbondanza attraverso i profeti, le sacre scritture, e i prodigi che sono avvenuti in quelle città, ma non si sono convertiti.
La Conversione a cui Gesù sta facendo riferimento è una forma di penitenza; infatti, porta come esempio di conversione coloro che si sono vestiti di sacco e hanno cosparso il capo di cenere. E questo mi offre l’opportunità di ricordare che la penitenza non è una punizione, al contrario, è un modo per evitare la punizione.
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La penitenza è un modo per riconoscere i nostri peccati e per trovare un modo concreto per esprimere il nostro pentimento. Se infatti mi limito a dire a parole che sono pentito dei miei peccati, ma non faccio nulla di concreto per cercare una svolta alla mia vita, le mie parole sono vuote, sto ingannando me stesso.
Fare alcune piccole penitenze, è sempre una cosa molto efficace e utile, anche se certe persone intellettuali le disprezzano e trovano mille argomenti per non fare penitenza, ma conversione e penitenza vanno insieme, sono un tutt’uno, proprio come i nostri pensieri devono diventare un tutt’uno con ciò che viviamo.