Un lebbroso si avvicina a Gesù con una supplica piena di fiducia: “Se vuoi, puoi purificarmi”. Gesù, mosso a compassione, stende la mano, lo tocca e dice: “Lo voglio, sii purificato”. In quell’istante, l’uomo è guarito.
La lebbra, nel contesto biblico, non è solo una malattia fisica, ma un simbolo del peccato che deturpa e allontana l’uomo da Dio e dagli altri. Questo episodio ci invita a riflettere sul nostro cuore: quante volte ci lasciamo “sporcare” da pensieri, parole o azioni che ci allontanano dalla purezza a cui siamo chiamati?
Avere un cuore puro significa desiderare di vivere in armonia con Dio, con gli altri e con noi stessi. La purezza non è perfezione inaccessibile, ma una continua apertura a lasciarsi trasformare dall’amore di Dio. Come il lebbroso, anche noi possiamo andare da Gesù con fiducia e dirgli: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi”. E la risposta di Gesù sarà sempre: “Lo voglio”.
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Gesù ci insegna che la purezza del cuore non è solo assenza di male, ma presenza di amore. È vivere con sincerità, con umiltà, con un cuore che cerca il bene e la verità. È lasciarsi toccare da Gesù, che ci guarisce non solo esteriormente, ma profondamente, nel nostro intimo.
Oggi chiediamoci: desidero davvero un cuore puro? Ho il coraggio di avvicinarmi a Gesù, riconoscendo le mie fragilità e chiedendo la Sua guarigione? La purezza del cuore non si ottiene con le nostre forze, ma è un dono della grazia, un frutto della fiducia in Lui.