I discepoli di Gesù sono per loro natura missionari, perché Gesù ci offre una proposta di salvezza che non è esclusivamente per noi ma è per tutti. La Chiesa non esiste solo per sé stessa ma anche per il resto del mondo.
Come un medico che non è medico per se stesso ma per gli altri. Ecco allora che la nostra comunità non può rimanere a porte chiuse, e nemmeno può accontentarsi di aprire le porte nella speranza che qualcuno entri, ma siamo inviati ad uscire dalla porta per andare ad incontrare gli uomini e le donne del nostro tempo nei luoghi in cui vivono, con i dubbi e le difficoltà che stanno affrontando.
Il Vangelo e il mondo non devono essere come due rotaie che sono parallele tra di loro, e che vanno avanti senza mai incontrarsi. No, il Vangelo è il lievito del mondo ed è impastato con il mondo, il vangelo è la luce del mondo, è una luce per tutti.
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Ed essere missionari è una cosa che fa bene non solo agli altri, ma anche a noi. Si, perché altrimenti ci ripieghiamo in noi stessi, affoghiamo nei nostri problemi e nelle nostre paure, e nei nostri desideri.
Quando invece ci dedichiamo agli altri anche il nostro peso diventa più leggero, e scopriamo anche di avere più energie, e più gioia. La missione che Gesù ci ha affidato, di portare il suo amore nel mondo, non è solo un lavoro, ma è anche la nostra ricompensa; infatti, la missione è ciò che rende la vita bella, una vita degna di essere vissuta.