“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Queste parole di Gesù sembrano scritte proprio per il nostro tempo, non trovi? In un’epoca in cui siamo sempre di corsa, sempre connessi, sempre sotto pressione, questo invito risuona con una forza particolare.
Pensiamo ai nostri “pesi”: scadenze da rispettare, relazioni complicate, preoccupazioni economiche, aspettative (nostre e degli altri) da soddisfare. A volte ci sembra di portare sulle spalle un peso insostenibile. E spesso cerchiamo sollievo nelle direzioni sbagliate – nel consumismo, nel lavoro eccessivo, in distrazioni superficiali.
Ma Gesù ci propone qualcosa di diverso: “Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero”. Sembra quasi un paradosso: come può un giogo essere dolce? Il segreto sta nel non portare i nostri pesi da soli. Quando condividiamo le nostre preoccupazioni con Lui, quando impariamo a vivere secondo il suo esempio di umiltà e mitezza, anche i problemi più pesanti diventano più gestibili.
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È come quando camminiamo in montagna con uno zaino: se lo portiamo in modo scomodo, anche un peso leggero diventa insopportabile. Ma se impariamo la tecnica giusta, se distribuiamo bene il carico, anche un peso maggiore diventa sostenibile.
Questo invito al riposo non è un invito alla pigrizia, ma a trovare un nuovo modo di affrontare le sfide quotidiane. È un invito a fermarci, a respirare, a ricordare che non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno.
Ti sei mai fermato a pensare quali sono i “pesi” che potresti condividere invece di portare da solo? Se ascolti bene la voce di Gesù sicuramente di accorgerai che stai portando alcuni pesi inutili, ti stai caricando di preoccupazioni che non ti aiutano a vivere, stai combattendo battaglie che non andrebbero combattute. Cerca un po’ di tempo per fermarti in preghiera, e nel Signore troverai riposo e nuove energie.