HomeVangelo del Giornofra Stefano M. Bordignon - Commento al Vangelo del 10 Maggio 2024

fra Stefano M. Bordignon – Commento al Vangelo del 10 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 16, 20-23

I racconti biblici sono spesso intrecciati da una simbologia numerica molto interessante, come il numero 7 simbolo della pienezza, o il numero dodici che indica tutte le tribù di Israele e poi il numero degli apostoli che è segno di unità nella diversità.

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E poi c’è un numero ricorrente che è il 40. Per quaranta giorni Mosè attese ai piedi del monte prima di ricevere i dieci comandamenti, per quaranta anni il popolo di Israele camminò nel deserto prima di raggiungere la terra promessa. Per quaranta giorni Gesù fu tentato nel deserto prima di cominciare la sua missione di annunciare il vangelo.

40 è il simbolo della attesa in vista di un dono grande. Ma da dove salta fuori questo numero. Molto probabilmente si riferisce alle quaranta settimane in cui un bimbo si forma nel ventre di sua mamma prima di venire alla luce. E questa attesa diventa anche il simbolo di tutta la nostra vita.

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È come se anche la nostra vita terrena fosse un nuovo parto in attesa della rinascita alla vita eterna. Questa simbologia è molto significativa, innanzitutto perché ci dice che noi possiamo immaginarci la vita dopo la morte, ma in realtà possiamo comprenderla molto poco, così come per un neonato che viene alla luce è impensabile riuscire a immaginarsi come sarà la sua vita nel mondo.

Poi c’è l’aspetto della sofferenza, quando un bambino nasce subito comincia a gridare, perché è difficile rinunciare a quello che stava vivendo fino a quel momento nel grembo di sua mamma per cominciare a respirare direttamente l’aria aperta.

Così la nostra vita è segnata dal dolore e dalla malattia, e dalla sofferenza e tutto questo ci può spaventare, ma non dimentichiamo che questa non è la fine, sono invece le doglie del parto. Perché, noi non moriremo mai davvero.

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