Il racconto del buon Samaritano è davvero bello, e ricco di significato, ed è provocante, contiene infatti una forte critica al mondo religioso intrappolato nei suoi insegnamenti e nelle sue regole e poi quando è messo alla prova sul terreno della carità risulta incapace di compiere il bene, incapace di dimostrare compassione. Sulla strada c’è una persona stesa a terra, sofferente, abbandonata a sé stessa.
Il luogo è solitario e quindi le persone che passano non hanno bisogno di apparire buone, non sono preoccupate di mostrarsi generose davanti alla gente, e allora tirano fuori quello che hanno davvero nel cuore. Inoltre, la strada è un luogo dove chi passa ha già una meta, ha già qualche impegno, l’incontro con il povero, con il sofferente, non è qualcosa di programmato, ma sembra quasi essere un intralcio, un fastidio.
Solo uno straniero di passaggio supera la prova, dimostra di essere autenticamente buono, prendendosi cura di chi aveva bisogno di lui. E noi come ci saremmo comportati? Forse siamo di quelli che quando hanno a che fare con qualcuno che ha bisogno pensiamo: no, non aiuto te, aiuto il prossimo.
No, no, non è questo il significato di prossimo, non significa che amo quello che verrà dopo di tè, il prossimo sei tu che ora mi stai davanti.
Fonte: il canale YOUTUBE di fra Stefano