Sembra quasi incredibile il racconto di questa vocazione: Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Possibile che sia accaduto tutto così rapidamente? Che a Gesù una sola parola sia bastata per chiamare un esattore delle tasse?
E che Matteo avendo visto passare Gesù per la prima volta, avendo sentito questa sola parola: “seguimi,” abbia deciso di lasciare tutto lì, e di seguire Gesù. E che fede sarebbe mai, quella di un uomo che decide di essere discepolo di Gesù senza nemmeno averlo conosciuto, senza sapere che cosa annuncia?
Il racconto è indubbiamente vero, ma dobbiamo anche capire che si tratta di una sintesi, ovvero l’evangelista Matteo, nel momento in cui descrive la sua propria vocazione, decide di omettere moltissime cose, per esempio non dice nulla di quello che lui ha pensato e delle emozioni che ha provato.
Matteo, a distanza di 30 anni dal giorno della sua chiamata, scrive nel vangelo, in due parole, tutte quello che è avvenuto nel corso di 30 anni, solo ciò che è essenziale: Dio mi ha chiamato, e io lo ho seguito. Anche noi potremmo fare questo riassunto estremo della nostra vita, omettendo ogni altro dettaglio, potremmo dire a noi stessi: Gesù mi ha chiamato, e io cosa ho fatto? Ho camminato dietro a lui o no?
Fonte: il canale YOUTUBE di fra Stefano