Siamo abituati a sentire che questo vangelo ci racconta il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. In realtà questo vangelo nasconde molti miracoli, cioè segni. Il primo è che Dio non è estraneo alla nostra vita, conosce i nostri problemi, non è più al di là, non è uno che ha un suo mondo e non vuole sporcarsi con il nostro.
Dio è compassionevole, sente la fatica di ogni uomo, conosce bene il nostro vagare e non per questo ci giudica, non punta il dito su di noi, lui è vero maestro che ci dona un insegnamento particolare, un insegnamento che ci spinge a prendere il peso della vita sulle spalle per poi portarlo con pazienza insieme a Lui. Secondo miracolo: Dio non agisce come noi, non esaudisce sempre le nostre richieste ma ci dona molto di più! “Essendo ormai tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: ‘Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per la campagna e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare.”
Questa richiesta sembra giusta, però non puoi pretendere di saper meglio di Dio cos’è bene per te e soprattutto per gli altri. Discepoli temono di fronte alle folle, perché infondo sono poveri, non hanno molto da dare. Sono come noi! Discepoli, però anche noi, si dimenticano che Dio vede e provvede. Non riescono capire che a Dio basta solo cinque pani e due pesci per sfamare una folla enorme. Così arriviamo al terzo miracolo, Dio ha bisogno della nostra povertà per poter arricchire molti altri.
Come quarto miracolo viene la moltiplicazione, però anche questo miracolo ha bisogno di noi, si moltiplica solo quando si distribuisce, cioè dona, non prima, e non subito, già mentre stiamo distribuendo quella povertà che abbiamo. Quinto miracolo ed è ultimo, quello che una volta era poco diventa troppo, non solo sfama tutti ma rimane ancora in abbondanza per dimostrare che Dio quando dona, lo fa senza misura, abbondantemente.
Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap
Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta.