Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.« Per entrare nel regno dei cieli non basta essere solo osservatori che ascoltano ciò che il Signore parla, ciò che il Signore esorta, ma c’è bisogno di sporcarsi le mani, di agire e fare sì che quella parola, che noi giorno dopo giorno ascoltiamo, diventi tutt’uno con i nostri movimenti, con le nostre azioni.
Non è una minaccia che il Signore ci fa, come un cattivo padrone, ma è una verità perché infondo se noi non diventiamo ciò che ascoltiamo, non possiamo lamentarci perché siamo sempre infelici e tristi. Tanto è vero che il problema più grosso è, come ascoltiamo la parola di Dio? Se la ascoltiamo davvero è impossibile che quella parola non ci tocca, non entra nel cuore e si trasforma in un gesto.
Non intendiamoci male, nostra vita qui sulla terra non sarà mai perfetta, sbaglieremo fino alla morte, passeremo ancora delle notti piangendo per la propria miseria, ma questo significa che finalmente la parola di Dio sta agendo in noi, sta illuminando le parti oscure che abbiamo dentro di noi e noi abbiamo permesso a questa parola di fare una operazione dentro di noi, che delle volte è molto dolorosa, perché purifica tutto il nostro essere che si è ammalato dal oscurità del proprio egoismo, da immagine che ci siamo fatti sul Dio, sulle persone e su noi stessi.
Abbiamo sempre opportunità di scegliere se quella parola, insieme alla nostra adesione, costruirà una vita sulla roccia, oppure sulla sabbia. Solito, quando cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti, cioè quando vengono le crisi, capiamo su che cosa abbiamo costruito la nostra vita, se veramente abbiamo ascoltato la parola di Dio e se abbiamo fatto lo spazio nel nostro agire a questa parola di Dio.
Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap
Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.