Ci sono sempre due estremi che colpiscono la chiesa. Il primo estremo che Gesù critica fortemente, senza nessuna pietà, è ecessivo formalismo rituale della osservanza dei farisei, e soprattutto, il loro pretendersi “a posto” di fronte a Dio, per via di gesti puramente esteriori.
Abbiamo incontrato mille volte persone che da punto di vista religioso erano perfettissimi, cioè vanno ogni domenica alla messa, pagano la decima per la chiesa, pregano quello che devono, digiunano venerdì santo ecct., però dal punto di vista umano-relazionale sono delle “bestie”. Non perdonano, sfruttano persone quando devono raggiungere i loro obbiettivi, e non ti puoi mai fidare di loro perché sono amici soltanto quando gli servi.
Dunque non sono né misericordiosi, né giusti, né fedeli! Un altro estremo che Gesù critica indirettamente, è il pensiero che il rito, e tutte quelle cose nelle quali farisei erano scrupolosamente legati, non serve a nulla. Sentiamo cosa dice Gesù ai farisei: “Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.” Siamo profondamente religiosi, abbiamo bisogno dei gesti, del rito.
Sono cose che dobbiamo fare, perché nel nostro DNA c’è iscritto il bisogno di esprimersi con i gesti. In fondo una persona secondo il cuore di Gesù è quella che non trascura nessuna di queste due cose.
Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap