Nel vangelo di oggi abbiamo di nuovo Elisabetta che spiega il perché è proprio lei parte di una nuova era, di una nuova generazione, perché partorisce un figlio che non prenderà un nome della famiglia, non si chiamerà Zaccaria come suo padre, romperà una tradizione che per Ebrei era una cosa santa.
Elisabetta è coraggiosissima, infatti mentre altri vicini vogliono decidere al suo posto, richiamandosi alla tradizione, lei risponde: “No, si chiamerà Giovanni”. Per noi oggi forse questo è normale che una donna può decidere quale nome darà al suo figlio, ma in quel epoca la donna non aveva molti diritti, e soprattutto se si andava contro la tradizione ci doveva essere una giustificazione forte.
Elisabetta come anche Maria ci insegnano di essere coraggiosi a prendere in mano certe scelte che dentro di noi sentiamo come cose vere, forse anche scomode perché ci mettono in conflitto con gli altri, senza dover giustificare.
Ci insegnano anche che non bisogna aver paura dai pregiudizi, da quello che penseranno gli altri, perché se facciamo ciò che Dio vuole, Dio stesso porterà a compimento quel progetto, anche se molti sono contrari. Questo ovviamente non giustifica il fatto che certe persone non si lasciano correggere dagli altri, e fanno quello che è bene solo per loro.
Ci vuole il discernimento, ma se una cosa proviene da Dio i muti parleranno, come Zaccaria, e capiremo che la mano del Signore è davvero con noi.
Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap