Il giudicare sbagliato di un altro non è appropriato al nostro futuro, infatti Gesù dice: ′′ la misura che misurate, misurerete.” siamo molto capaci di vedere cosa manca o cosa c’è troppo negli altri, ma allo stesso modo tempo non capiamo che abbiamo anche difetti ed eccesso. In realtà, quello che abbiamo in comune è il bene e il male, le capacità e i difetti.
Li abbiamo tutti, tutti abbiamo almeno una mancanza e un fallimento e quel fallimento o peccato devono chiudere la bocca ogni volta che decidiamo di taggare gli altri. Io, te, lui, lei, tutti noi non siamo i nostri difetti o il nostro peccato, anche se il male spesso sembra più visibile del bene che c’è in noi.
C’è una frase buona e cattiva. Un buon giudice è ciò che il vero ci dà a vedere i difetti di qualcun altro, ma ci incoraggia a guardare oltre da lei, non ci permette di dire che la persona è ′′ un tale periodo “, ma ci apre per un dialogo con gli altri e ci permette di correggere un altro Con amore sapendo che siamo peccatori anche noi.
La frase malvagia è completamente opposta al buon giudice, non ci permette di vedere la realtà di un’altra così com’è, ma aumenta le cose, così ci blocca e non ci permette di vedere più lontano da questa mancanza e difetti. Coloro che giudicano non cercano mai un dialogo con gli altri, ma cercano segretamente una terza persona per parlare alle spalle.
Quando giudichiamo male, non facciamo una via d’uscita dall’amore, ma mettiamo il dito nelle ferite di qualcun altro, così apriamo le ferite di un altro che potrebbe aver già guarito. Una persona che porta una cattiva corte degli altri ovviamente non si conosce bene.
Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap