Con la parabola di oggi, Gesù ci fa capire che la chiamata è prima di tutto lavorare per un Padrone che paga tutti ugualmente, anche se uno lavorava tutto il giorno e qualcuno ha lavorato soltanto un ora. Ovviamente ci viene da dire che Dio non è giusto, perché quelli che sono stati fin dall’inizi della giornata e hanno lavorato sotto il sole, hanno preso stessa paga come quelli che sono arrivati un ora prima che finisce lavoro.
Avete mai sentito persone che dicono: “Mah, non è giusto che quel Tizio prima di morire si converte e inizia a venire a messa. Dove era prima? Probabilmente teme la morte.” Gesù sta dicendo ai discepoli che il Padre chiama tutti a lavorare nella sua vigna, cerca di chiamare tutti quelli che sono fermi e non fanno niente.
In realtà loro desiderano lavorare, però non c’è nessuno che gli offre lavoro. Dio gli trova, e quando gli trova vuole prenderli con se e pagarli ugualmente come quelli primi. Questa parabola può sembrarci ingiusta, però Dio non è ingiusto, anzi è buono sia con i primi, sia con gli ultimi, tra l’altro la giustizia di Dio non è come quella umana. Come disse Benedetto XVI in un Angelus: “Essere chiamati a lavorare nella sua vigna è già prima ricompensa: un premio inestimabile che ripaga ogni fatica.”.
Molti di noi sono cattolici fin dall’infanzia, e molti sono continuamente fedeli lavoratori in questa vigna del Signore, però quando ci permettiamo di giudicare quelli che sono tornati dopo tanto tempo, non facciamo altro che giudicare Dio, che come sappiamo, chiama quando vuole e chi vuole. Probabilmente ancora stiamo lavorando come operai in questa vigna e non come figli del Padre giusto che cerca di raccogliere fratelli dispersi.
Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap