«Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Con questa domanda i farisei tentano non soltanto di cogliere Gesù in fallo, ma anche corromperlo con le belle parole.
Loro obbiettivo ci dice Vangelo era sicuramente coglierlo in fallo però, dalla risposta di Gesù possiamo trarre anche un altra cosa: “Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova?». Gesù è veramente la verità, e come tale non può entrate nel compromesso con i farisei, anche se loro sono pronti a chiamarlo “Maestro” (…”che insegni la via di Dio secondo verità.” ).
Gesù non si lascia corrompere dalla menzogna e ipocrisia con la quale i farisei lo tentano. Sembra che i farisei nel proprio cuore pensano che vero Messia deve liberarli da Cesare, allora se Gesù e davvero Messia libererà il popolo di Israele da Cesare, altrimenti pagherà le conseguenze. Quante volte abbiamo perso questa verità di noi stessi e di Dio, perché la menzogna e ipocrisia ci hanno offerto un accordo?
Basta guardare nostre relazioni quotidiane e vedremo che facciamo fatica a stare da parte della verità, soprattutto quando qualcuno, o qualcosa (una idea) ci vuole corrompere con le belle parole e belle promesse. Per rimanere nella verità di Cristo spesso dovremmo rifiutare gli applausi corrotti della gente, e il nostro desiderio di essere glorificati.
Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap