Speso si parla del vuoto, cioè di una mancanza interiore che noi tutti sperimentiamo, anche se siamo molto bravi ad osservare dieci comandamenti. Questo ragazzo ricco era proprio così. Sentiva dentro di se un abisso non colmato perché osservanza della legge non è capace di portare al compimento, alla perfezione, e come spesso dicevamo la legge e i dieci comandamenti sono soltanto indicazione per arrivare a Dio.
La cosa interessante è che questo uomo (ragazzo) non aveva un rapporto intimo con Dio. Proprio questo gli manca per gustare quella pienezza della vita. Infatti Gesù gli risponde: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gesù è consapevole che quest’uomo non sa veramente cos’è buono, non sa che il buono è soltanto Dio e non i comandamenti.
Per vivere bene la vita ci bastano osservare soltanto i comandamenti, per questo anche gli atei possono dire: “Io sono più bravo di molti fedeli”, se osservano fedelmente i dieci comandamenti. Però gli atei come questo ragazzo e molti di noi non riusciamo a capire che quel vuota, al di là della nostra osservanza delle regole, rimarrà sempre un abisso non colmato. Ci vuole qualcosa di più, ci vuole una spogliazione totale delle nostre ricchezze, delle nostre bravure che ci dicono: “Basti a te stesso!”.
Dobbiamo essere mercanti che vendono tutto, per poi regalare a tutti, quello che abbiamo guadagnato, per essere liberi ad entrare in una relazione profonda con Cristo! «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». È difficile, diremmo, però se non facciamo questa cosa, la tristezza inizierà a colmare quel vuoto dentro di noi.
Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap