Spesso mi pongo la domanda; Se io fossi stato con Gesù mentre diceva: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita.» come mi sarei comportato, come reagirei a questa frase. Un altro evangelista dice che anche per i discepoli questa frase era dura come pietra che si digerisce difficilmente.
È proprio così! Oggi è la festa del corpo e sangue di Gesù, che in qualche modo vuole farci rompere quella abitudine di prendere il suo corpo come se fosse soltanto un pane. Questa festa ci invita a ricordarci che ogni volta che mangiamo quel pezzo di pane oppure beviamo quel goccio di vino, in realtà stiamo permettendo a Dio di essere consumato da noi, gli aiutiamo ad entrare dentro di noi perché potessimo partecipare della sua stessa divinità.
Se usiamo soltanto la ragione senza la fede ci sembra assurdo, perché i nostri sentimenti non ci dicono che abbiamo consumato qualcosa di grande, Dio non è come la droga che gioca con i nostri sentimenti, e le nostre emozioni, neanche con la nostra immaginazione. Infatti san Tomaso dice che la vista e il gusto si ingannano, perché non percepiscono più che un semplice pane. Dunque anche se Dio ha grande desiderio di essere unito a noi, non vuole condizionarci, non vuole toglierci la libertà, vuole che noi lo accogliamo nella fede e con la fede, non sentimentalmente perché da quel punto di vista, sono pochi che hanno questo dono di sentire la sua presenza.
Noi finché saremo sulla terra dovremmo accettare che Dio rimane comunque un mistero per noi, però ci lascia il dono della fede che ci fa svegliare ogni quel volta quando ormai ci siamo abituati a guardare quella meraviglia soltanto con la ragione.
Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap