“In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.”
Il Signore del Cielo e della terra è l’uomo ricco. Il nostro Dio Padre è quell’uomo ricco che dona tutto a noi, a noi che abbiamo la responsabilità di amministrare con tutto ciò. Lui ha piena fiducia di noi, condivide tutto con noi. Ci rendiamo conto di tanti doni che ci ha dato il nostro Padre?
Possiamo anche noi amministrare i averi solo perché così ci carichiamo con le sicurezze, con delle armi, non lasciando spazio all’amore a alla condivisione con gli altri. Per tutto questo dovremo rendere conto.
La domanda che oggi possiamo farci: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione”
Facendoci la domanda giusta possiamo cambiarci la vita. L’amministratore con un modo furbo cerca di salvarsi. Comincia ad usare la misericordia verso gli altri, non più ad accumulare per sé, ma a perdonare aprendosi ad altro. “”Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Gesù ci chiama di usare la nostra furbizia non per fare del male, ma per amare. “Siate astuti come serpenti e puri come colombe.” Possiamo fare questo salto di qualità, da amministratori disonesti ad amministratori saggi. Lo possiamo fare usando la misericordia, condividendo ed amando. Proprio come il nostro “uomo ricco.” Credo che sant’Agostino aveva ragione quando ha detto: “Ama e fa ciò che vuoi!”
Fra Marin Berišić
Commento a cura di fra Mario e fra Marin Berišić OFMCap
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16, 1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Parola del Signore