“In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri.”
Oggi la liturgia ci propone un Vangelo breve, ma ricco di significato. Gesù combatte contro ogni commercio, non è nel suo pensare che l’amore diventi il commercio. La preghiera non è un commercio, ma è darsi, fidarsi totalmente. Questo vuole Gesù, non che gli diamo le cose. Lui ci dice, non voglio le cose, voglio te. Te con tutta la tua vita, con tutta la tua storia. Se l’amore tra le persone rimane solo sul dare le cose e mai dare se stesso, non è vero amore. È un amore superficiale, un amore che riempie i nostri vuoti dentro. Oggi Gesù ci chiama ad una relazione profonda, ad un consegnarsi con la propria vita a Lui.
Spesso nella vita ci capita di essere come ladri, cioè coloro che cercano di possedere, è questa logica va contro la logica dell’amore. Il richiamo di Gesù a noi è di diventare una casa di preghiera, un luogo dove incontriamo Dio. Dove incontriamo Lui che ci ama non perché siamo più bravi o perché facciamo tante cose per meritare il suo amore. Ci ama perché siamo suoi e Lui è il nostro Padre. “Gesù ogni giorno insegnava nel tempio”, ogni giorno ripete a te, a me a ogni persona, no dobbiamo avere paura di consegnarsi a Lui. Gesù c’è lo ripete ma non ci obbliga. L’amore non obbliga!
“Cercavano di farlo morire”, possiamo escluderlo dalla nostra vita quando non ci fa comodo, e lo facciamo ogni volta quando va contro la nostra logica.
Fra Marin Berišić
Commento a cura di fra Mario e fra Marin Berišić OFMCap