Prima cosa che fa Gesù è chiamare. Chiama sia i discepoli che la folla. Uno può essere discepolo, ma non capire il senso della vita, può essere l’ultimo della folla a decidersi per il regno in modo migliore. Quindi siamo tutti sullo stesso punto di partenza. “Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro:
«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.”
Gesù non obbliga, ma fa richiamo alla libertà e al desiderio delle persone. Gesù ci lascia liberi a scegliere perché vuol dire che ci ama, non ci costringe, vuol dire che ci rispetta. Ci prende sul serio! Andare dietro vuol dire avere gli occhi fissi su di lui, è unica cosa che conta, è quello che ci aiuta nel rinnegare noi stessi.
Quel sguardo su di Lui è liberante! Il rinnegare non vuol dire non cercare la nostra felicità, ma proprio perché la cerco, sono chiamato a combattere il mio falso io. Non preoccuparsi del nostro io vuol dire vivere con maggior libertà, altrimenti divento schiavo del mio io, di quello che penso io, di quello che pensano gli altri.”
Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.” La vita per essere tale deve essere condivisa con amore, deve essere una consegna ad altro. Se io spendo la mia vita nella capacità dell’amare, mi accorgerò che questa vita ha senso, che addirittura è già eterna. Per causa Sua, e chi è Lui? Colui che mi ha amato di amore eterno.
È colui che ha vinto la morte, colui che è morto per me in croce. Questo mi salva la vita! Mi dà la possibilità di vivere la mia quotidianità come posso, portando la mia croce del mio egoismo, del mio poco amore, della mia lotta e così ogni giorno perché lui crede in me e desidera la vita per me!
Fra Marin Berišić – su Facebook
Chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.