“Ma i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sè sulla barca che un pane solo.” La barca rappresenta la Chiesa, sulla barca ci siamo noi e Gesù, unico pane. Lui è ciò che conta. Ci sono due rischi: il lievito dei farisei e il lievito di Erode. Il primo è un lievito di una falsa religiosità, la chiusura nel proprio egoismo. Il secondo è un lievito legato al potere, alle sicurezze, anche quello è legato all’egoismo. “Fate attenzione.”
“E quelli dicevano fra loro: Non abbiamo pane”. Il pane rappresenta la vita, rappresenta ciò che ci fa vivere. Sulla barca c’è la vita, ma ai discepoli sembra che non ci sia, non vedono questa presenza del Pane vivo. Gesù non dà i segni, ma insegna a leggerli, a riconoscerli. Il modo per uscirne da questi due lieviti che sono quelli che rendono l’uomo cieco è il ricordarsi. Il ricordarsi è quel modo che fa uscire dal sentimento dell’assenza, dal non vedere la presenza. Il ricordarsi è la via della guarigione.
È sempre un cammino, il Signore è paziente con i discepoli. Vediamo anche che i discepoli si ricordano di tutto, ma alla fine Gesù li dice, non capite? Come se discese la fede non è il catechismo che tu impari e ti ricordi a memoria ciò che Gesù ha fatto. La fede è credere nella sua presenza sulla barca, credere nel suo amore che dona la vita. La fede è credere a ciò che c’è, non a ciò che manca. Forse è una cosa buona non capire perché così uno è disposto a crescere, ad arrivare a capire qualcosa.
Non capire qualcosa di secondario, ma qualcosa che conta. Capire la sua presenza sulla nostra barca, cioè quel pane che ci fa vivere.
Fra Marin Berišić – su Facebook
Guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode.