Quanto è bello pensare ad una Chiesa così, ad una fraternità così: “Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico”.
Il dono più grande che ci fa vedere il Vangelo di oggi è questo. Avere degli amici che ci portano a Gesù. Non solo avere degli amici, ma anche essere degli amici per gli altri che cercano di arrivare ad unica fonte di Salvezza, ad arrivare a colui che toglie il peccato! Non ci mancano le parole per spiegare la fede, anzi forse sono troppe. Ci manca il coraggio di essere gli amici, che inventano qualsiasi metodo per portare quell’uomo paralitico a Gesù.
Abbiamo paura di rischiare, abbiamo paura di scoperchiare il tetto. Per poter portare gli altri, dobbiamo lasciarci portare dagli altri. Il peccato è l’egoismo: una paralisi che ci impedisce di camminare e raggiungere la nostra casa, che è l’amore. Gesù non solo ci perdona, ma ci dà il suo stesso potere di perdonare, per camminare in una vita nuova.
“Alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Dopo aver incontrato Cristo, la barella non porta lui, ma lui la porta. È diventato libero, ma la porta anche per ricordarsi di aver fatto l’incontro con Qualcuno che gli ha cambiato la vita. Ci dice anche che la Chiesa non sono i giusti, ma le persone che hanno bisogno di essere perdonate. Il più grande miracolo è perdonare i peccati. Uno che riesce a perdonarsi di vivere, a perdonarsi di essere quello che è, a volersi bene, perché è accettato così com’è, è il più grande miracolo che esista.
È il perdono che fa meravigliare gli altri: “Tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile.”
Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.