“Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”
Non bisogna pensare che il Vangelo vuole dividere tra i cattivi e buoni e che noi subito facciamo parte di quelli buoni. Il Vangelo di oggi non ci vuole dire che Gesù insegna ai suoi discepoli di trasgredire le regole o la tradizione degli antichi. Infatti i veri discepoli di Gesù cercano di capire che ciò che conta è il cuore, ciò che sta dentro, la profondità, non l’estetica.
È un cammino non avere dei pregiudizi, è un cammino della nostra libertà a dire di no a ciò che ci appare senza conoscerlo per davvero. È un altro problema è forse quello di avere troppa paura di essere giudicati dagli altri per quello che siamo. Vediamo che i discepoli di Gesù agiscono fuori dalle righe. Ma non solo. Hanno Lui come il difensore, hanno Lui che li guarda. Ci serve qualcosa di più? Infatti a Dio importa il nostro cuore, quello che sta dentro, non lo interessa l’estetica, l’apparenza.
Se non cerchiamo di custodire il cuore e ciò che c’è dentro, preoccupandosi dell’apparenza ci porta a diventare gli ipocriti. Possiamo passare tutta la vita a cercare di essere più bravi, più intelligenti, più belli, più forti, essere più. Questo è il rifiuto della propria debolezza e per questo che i farisei si creano delle loro regole, dei loro riti perché trovano la sicurezza e la comodità. Un cuore che rifiuta di essere debole, di essere se stesso, un cuore che rifiuta di aver bisogno di essere amato, perdonato. Un cuore così crea disordine, cercando le sicurezze nell’apparenza.
Non abbiate paura di essere ciò che siete, un cuore umano, senza le maschere, sapendo che tutto ciò che contamina l’uomo è ciò che esce dal suo cuore e non ciò che entra.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini