A Roma oggi. Durante una festa, Federico Picchioni riceve la notizia che la ex moglie è in fin di vita. Non trova la forza per sganciarsi dal clima di allegria, arriva in ospedale quando la donna è ormai deceduta e può solo prendersi gli aspri rimproveri dei due figli, Niccolò e Lia, che gli rovesciano addosso la sua totale assenza, affettiva e fisica. Come se non bastasse, uno scandalo finanziario porta alla rovina la holding dove svolgeva una brillante carriera. Niente ufficio, niente impiego, impossibilità di pagare l’affitto per i figli, e una drastica decisione: tutti a vivere a casa sua, compresa la figlioletta di Lia. La convivenza però crea tensione e nervi tesi. Una mattina Federico va a protestare nell’appartamento accanto, dove è arrivata una nuova vicina. Nell’intento di giustificarsi, la donna afferma di essere la badante rumena. E’ il primo di una serie di equivoci che devono essere dipanati con pazienza fino a quando Luisa (la vicina) non riuscirà ad entrare in quel nucleo familiare sull’orlo di una crisi di nervi, a conquistare la fiducia dei ragazzi, a fare breccia nel cuore di Federico. Il quale a sua volta riesce a guardare con occhio più comprensivo la scelta dei due di andare a vivere a Londra.
Valutazione Pastorale
“Cerco in poche parole di raccontare debolezze, nevrosi, sbandamenti, vittorie e sconfitte del tempo che viviamo”. Così Carlo Verdone presenta questo 24° film diretto e interpretato a partire dall’ormai lontano ma non dimenticato “Un sacco bello”, 1978. Da quando entra in scena Luisa (Paola Cortellesi), ogni passaggio è utile per evitare che il lieto fine risulti troppo prevedibile e un po’ “telefonato”. Nell’intrepretare il ruolo di Picchioni, Verdone non rinuncia a colorire il personaggio con indecisioni, sorprese, turbamenti, soprattutto fraintendimenti, affidandosi a mimica, gestualità, giochi di parole che rimandano ad una comicità ‘antica’: il che significa seria, genuina, autentica. Picchioni è il prototipo dell’uomo di oggi, che sa le difficoltà del presente, non pensa di essere migliore di altri ma sa di avere la forza per spingere gli altri a fare qualcosa di meglio, a dare l’esempio per un migliore vivere civile. Mite ma non pavido, aperto ma non indifferente, Picchioni è forse Verdone stesso, giunto a un passo decisivo della propria carriera di artista. Non sempre incisivo e graffiante, il copione conquista per un malinconica onestà di fondo, per la sincerità espressiva con la quale si getta nei disperanti problemi dell’Italia contemporanea. Primi fra i tanti i figli e il lavoro. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e nell’insieme brillante.
- Genere:Commedia
- Regia: Carlo Verdone
- Interpreti: Carlo Verdone (Federico Picchioni), Paola Cortellesi (Luisa Tombolini), Tea Falco (Lia Picchioni), Lorenzo Ruichelmy (Niccolò Picchioni), Eleonora Sergio (Gemma), Simon Blackhall).
- Nazionalità: Italia
- Distribuzione: Filmauro
- Anno di uscita: 2014
- Origine: Italia (2014)
- Soggetto: Carlo Verdone, Pasquale Plastino, Gabriele Pignotta
- Sceneggiatura: Carlo Verdone, Pasquale Plastino, Gabriele Pignotta, Maruska Albertazzi
- Fotografia (Panoramica/a colori): Ennio Guarnieri
- Musiche: Umberto Scipione
- Montagg.: Claudio Di Mauro
- Durata: 106′
- Produzione: Aurelio De Laurentiis & Luigi De Laurentiis.
- Giudizio: Consigliabile/brillante
- Tematiche: Famiglia; Famiglia – genitori figli; Giovani; Lavoro; Politica-Società.