All’inizio vediamo Bo, asinello indifeso, costretto a girare in tondo la macina per far arricchire un mugnaio prepotente. Mentre sembra condannato a una fatica improba e duratura, Bo sogna un futuro di libertà e di corse a perdifiato all’aperto. Proprio in quel momento la colomba Dave, che si trova vicino a lui, gli suggerisce di seguire il corteo reale che passerà da Nazareth. Bo si libera e corre verso gli spazi esterni…
Valutazione Pastorale: Comincia così, con un tono fin da subito pacato e favolistico, questo un cartone che ha il coraggio di tornare ad affrontare la ‘più grande storia del mondo’, quella della Natività e di farlo da un punto di vista del tutto inedito. Il film porta in primo piano quelli che finora sono stati i comprimari, ossia quel mondo animale visto sempre di contorno e di sfuggita. E, in più, in mezzo al fastoso e vociante coro si snoda a poco a poco e senza invadenza la storia, appunto, della Natività. Succede infatti che, una volta scappato dalle grinfie del mugnaio, Bo trova rifugio nella casa di una giovane sposa, Maria, incinta e in comprensibile stato di apprensione. Succedono poi gli eventi secondo quello che la Storia e la Tradizione ci hanno tramandato. C’è una stella in cielo che brilla in modo insolito e imprevisto. Quella seguono Bo e il gruppo dei suoi fidati compagni.
Ci sono a poco a poco dei volti che cominciamo a riconoscere, dopo l’asino, il bue, le pecore. Li riconosciamo noi, gli adulti, ma importante è che li riconosca il pubblico dei bambini, destinatari privilegiati della vicenda. Così, quasi senza accorgersene, i ragazzini riescono a operare una sintesi tra quello che viene raccontato e quello che hanno più volte sentito a scuola e a casa. La nascita di Gesù è affidata a passaggi che con intelligenza uniscono momenti divertenti e serietà e intensità del dettato evangelico. Contribuisce poi la scelta di far parlare gli animali solo quando interagiscono tra loro e di limitarne l’uso della parola solo nelle occasioni ‘esterne’ con effetti che richiamano a un maggiore realismo.
Forse il momento più difficile è quello di raccontare la maternità ‘miracolosa’ di Maria: viene risolto con sobrietà, puntando sulla vicinanza anche somatica di Maria alle ragazzine di oggi. Intorno a lei c’è un Giuseppe pronto a dichiararsi inadeguato al compito che lo attende. Una sorta di presa d’atto che al mistero dell’immacolata concezione bisogna inchinarsi e accettare la scelta operata dallo Spirito Santo. Concetti magari un po’ difficili da recepire per un bambino ma esposti con leggerezza, simpatia, sguardo comprensivo e mai severo. Nel racconto allegro e festoso che vuole celebrare la vera rivoluzione dell’umanità, si muovono inoltre belle luci, un colorato paesaggio, una colonna sonora adeguata. Sono contenti gli animali (anche i cani feroci diventano buoni), siamo contenti anche noi. Forse lo sarebbe anche il Francesco dell’Enciclica ‘Laudato si’.
Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e nell’insieme semplice.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con i piccoli come spettatori privilegiati. Da recuperare e (ri)proporre anche in successive occasioni in funzione didattica.
Riflessione pedagogico pastorale attorno al film
Nadir è l’asino presente nella grotta in cui è nato Gesù, lo stesso asino che portò al sicuro in Egitto Maria e il Bambino e la cavalcatura del Messia durante il suo ingresso trionfale a Gerusalemme; il testimone oculare di molte Pagine: del Vangelo. Questo libretto ha come pro- tagonista proprio Nadir, che racconta attraverso i suoi occhi pieni di tenerezza e stupore, gli episodi salienti della vita di Gesù dalla nascita alla resurrezione.
Tranquilli, non avete sbagliato film! Questa è la trama di un libro illustrato perbambini. Si tratta di Io c’ero. Un asino racconta Gesù scritto da Antonio Gorla per San Paolo ed edito nel 2012. Ma non ci dimentichiamo dello spettacolo presentato nell’ambito dei Teatri del Sacro anni fa dal titolo Chi sei tu? Il Vangelo dell’asino paziente di e con Antonio Panzuto dove un ciuchino a ritroso ci aiutava a fare memoria di tutta la sua vita accanto a Cristo. E molti altri potrebbero essere i riferimenti da citare con l’asinello sempre presente fin dalla tenera infanzia tra filastrocche e canti nell’immaginario natalizio dei più piccoli.
La scelta più bella dell’animazione “Gli eroi del Natale” è proprio “BO”, l’asino protagoni- sta che riceve il suo nome in dote proprio dalla giovane Maria, promessa sposa di Giuseppe e incaricata dall’Angelo di mettere al mondo Gesù. E la cosa ancor più bella è che Bo non aveva proprio intenzione di passare il suo tempo a difendere il Bambin Gesù. Bo voleva andare al corteo, a fare bella figura. Di Maria proprio non voleva curarsene, ma come tutti i bambini sono le coccole ad addomesticarlo. Maria lo accarezza, gli mette un piccolo man- tello addosso, gli fa il grattino. Gli fa posto nella sua vita, già sufficientemente piena di nuo- vi arrivi e di comprensioni difficili da attuare. Se ne prende cura come un bambino. E lui non può che accorgersi di Lei arrivando a scortarla sana e salva a Betlemme assieme alla amica Ruth, la pecorella che si è messa in proprio dal suo gregge (una chicca, quasi geniale, di scrittura). D’altronde finché Maria si dedica al parto, qualcuno dovrà pure occuparsi di mettere fuori gioco il piano di Erode.
Bo è il volto comportamentale di tantissimi nostri figli, di bambini a noi vicini in tanti per- corsi educativi e pastorali. Durante un capriccio che durava ormai da ore, mia figlia mi ha detto “non ho saputo resistere alle tue coccole” e finalmente è uscita dal buio in cui si era infilata. Ognuno di voi ha il suo racconto in tal senso. Come il nostro ciuchino i bambini di fronte alla paziente e affettiva presenza possono evolvere verso migliori condizioni di vita, posso diventare più solidi, più generosi, più capaci di stare al mondo. Possono resistere con i loro musi, grida e pretese a tutto, tranne che alle nostre coccole. Sono inermi di fronte a quella tenerezza che li fa sentire tutti Gesù Bambino nella culla. Dentro ad una storia che conosciamo molto bene – la Natività –, Bo ci mostra che c’è ancora qualcosa che possiamo osservare meglio. Sono le conseguenze del sì di Maria, del suo modo di stare al mondo, della sua capacità di donna con un cocciuto asinello piombato per caso nella sua vita e con Giuseppeacuidedicaaltrettantapazienza,cosìincredulodifronteallasuapancialievitata. Mariasaqualèilsegretodelmondo:cosìvienealmondoancheGesù.Scortatoversolaluce da una donna che sa come si fa. Un film semplice che può rafforzare le nostre capacità di tenerezza con tutti i piccoli Bo che abbiamo accanto!
- La vita è fatta per le coccole.
- La vita cammina con le coccole.
- La vita cresce con le coccole
- La vita guarisce con le coccole.
- La vita guadagna miracoli con le coccole.
Riflessione a cura di Arianna Prevedello – responsabile nazionale comunicazione ACEC