Siamo nella XXI domenica del tempo ordinario e il Vangelo di oggi (Mt 16, 13-20) sโinserisce in un contesto tematico fatto di consegne di potere, investiture e autoritร incrollabili.
Nella prima lettura (Is 22, 19-23) Eliakim, figlio di Chelkia, scelto per mezzo del profeta, prenderร il posto dellโindegno Sebna, come maggiordomo o primo ministro del re Ezechia. La chiave rappresenta un elemento caratterizzante per simboleggiare la responsabilitร sul palazzo del re e la fiducia che lo stesso ripone nel suo servo, affidandogliene la custodia. NellโApocalisse questo simbolo acquista una valenza messianica e si riferisce alla signoria che Cristo esercita sulla morte e sugli inferi (Ap 3,7).
Possiamo considerare la figura di Eliakim come una prefigurazione di quella di Pietro, a cui Gesรน parteciperร la sua autoritร mettendolo a capo/servizio della sua Chiesa. Ma andiamo con ordine. Ci troviamo nel XVI capitolo del Vangelo di Matteo, in un punto centrale della narrazione, tra lโinizio dellโattivitร pubblica di Gesรน e il suo evolversi verso gli eventi della Passione.
La cornice contestuale che delimita il nostro testo (vv.13-20), risuona una sorta di ammonimento su come vivere la fede. Prima, nei vv.1-12, Gesรน, dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, mette in guardia dal โlievito dei fariseiโ, cioรจ da una fede esteriore, interessata e autocentrata; dopo, nei vv.21-28, seguirร il primo annuncio della passione e lโinvito a prendere la propria croce per seguirLo. In mezzo la schietta e diretta professione di fede di Pietro sembra fare da spartiacque, offrendo il presupposto e il fondamento della vera fede.
Ci troviamo a Cesarea di Filippo: il luogo geograficamente piรน lontano da Gerusalemme, allโestremo nord, al confine con le regioni pagane, residenza del tetrarca Filippo, fratello di Erode Antipa, che precedentemente si era interrogato sullโidentitร di Gesรน (14,2). La domanda rilanciata ora da Gesรน si collega tematicamente a quella sezione precedente, fungendo da inclusione. Possiamo considerare tale domanda una sorta di verifica/provocazione che serve a rendere manifesto, far venire alla luce, rendere consapevoli i discepoli di quale sia la loro esperienza di Gesรน.
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Un esercizio di consapevolizzazione e posizionamento: dallโesterno allโinterno, dagli altri a sรฉ, da ciรฒ che si vede a ciรฒ che si vive dentro. Cโรจ una dimensione sociale, oggettiva, pubblica e unโesperienza personale, soggettiva, intima. Cโรจ un Gesรน secondo la storia, la cultura, la religione e un Gesรน secondo la fede, lโincontro, la grazia. Entrambi i livelli sono importanti e lโuno non esclude lโaltro, ma arriva un momento in cui รจ necessario vivere un passaggio personale. Gesรน prende alla larga il discorso, parte da cosa pensa la gente, per condurli gradualmente a prendere contatto con il loro vissuto personale. Le risposte sono svariate e ci fanno capire quale fosse lโidea su Gesรน che circolava: un grande profeta in cui si intravvedevano i tratti del Messia. Poi quel โMaโ, che introduce la seconda domanda, รจ come un gradino che fa scendere piรน in profonditร .
La folla e i discepoli appaiono categorie contrapposte: riconoscere Gesรน, prendere posizione per Lui vuol dire in realtร definire sรฉ stessi, capire dove si sta, chi si รจ, ricevere la propria identitร .
Pietro prende la parola, distinguendosi dal gruppo ma anche facendosene portavoce: alla confessione sulla messianicitร si aggiunge quella sulla figliolanza divina. Matteo รจ lโunico dei sinottici a riportarla; probabilmente ha inserito la professione di fede della Chiesa nascente dopo la Pasqua, mettendola sulla bocca di Pietro, considerato il suo ruolo preminente. La beatitudine che Gesรน rivolge a Pietro รจ legata a un dono del Padre (Mt 11, 25-27), non viene dallโuomo.
Interessante il passaggio da Simone, figlio di Giona a Pietro. Il cambio di nome non avviene qui per la prima volta, ma ora ne viene spiegato il senso: designa una sorta di investitura, una nuova identitร . Giocando sul nome Pietro/pietra (in aramaico khรชphรข: pietra/roccia รจ sempre al maschile) viene rivelata la missione che Dio gli affida: edificare e custodire la sua Chiesa. Lโimmagine della roccia nella Scrittura รจ utilizzata spesso in riferimento a Dio. Il fondamento, la vera roccia infatti รจ Lui, pietra scartata dai costruttori che รจ divenuta testata dโangolo (Sal 118, 22-23). Ma in Cristo ogni credente รจ chiamato a diventare pietra viva per la costruzione di un edificio spirituale, un sacerdozio santo, ovvero la comunitร dei credenti (1Pt 2,5; Ef 2, 20-22).
Lโincrollabilitร di questo edificio si radica nella promessa, nella Parola, nella fedeltร di Dio che sceglie di legarsi allโuomo, di servirsi di lui,di manifestarsi attraverso di lui per un atto di puro amore e assoluta gratuitร (cfr. Seconda lettura: Rm 11, 33-36). In questo brano, per la tradizione cattolica, si radica il cosiddetto โprimato petrinoโ che definisce la supremazia magisteriale e normativa, a livello ecclesiale, del Papa, come successore di Pietro. Sono tre le metafore che lo esprimono: la pietra, le chiavi, il legare-sciogliere. Le prime due le abbiamo viste, questโultimo binomio invece, nel linguaggio rabbinico, significava โproibire e permettereโ e si riferiva allโinterpretazione e allโapplicazione della Legge.
Pietro dunque ha il compito di custodire e amministrare in modo autorevole le realtร salvifiche che gli sono affidate, ma che non gli appartengono: โedificherรฒ la mia Chiesaโ, lโazione e lโappartenenza sono di Dio. Il potere accordato a Pietro, e in lui alla Chiesa di tutti i tempi, deve essere inteso come diaconia, servizio, dono di sรฉ sullโesempio del Maestro che โnon รจ venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (Mc 10, 35-35)โ.
Anche noi siamo chiamati a lasciarci interpellare e provocare dalle domande di Gesรน:
- โLa gente chi dice che io sia?โ
Ci accorgeremo che forse a distanza di secoli non รจ cambiato molto.
- โMa voi chi dite che io sia?โ
Cioรจ: Qual รจ la nostra esperienza di Gesรน? Chi รจ Gesรน per noi?
Apriamo il cuore e rispondendo con franchezza disponiamoci a ricevere lโidentitร e la missione che Lui desidera affidarci.
Fonte โ Per gentile concessione delle Figlie della Chiesa (Roma)