Festival Biblico 2015

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Custodire il Creato, coltivare l’Umano

Lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse Gen 2,15

 

logofbDal Decennale la forza per ripartire

Il Festival Biblico è nato nel maggio del 2005 da un’idea del Centro Culturale San Paolo di Vicenza, fin dall’inizio condivisa con la Diocesi di Vicenza. A dar spessore al Festival hanno poi contribuito altre numerose realtà ecclesiali e sociali, anche non vicentine, rendendo tale manifestazione sempre più di rilievo regionale e nazionale. Negli ultimi anni, oltre a varie città e paesi della Diocesi Berica, hanno aderito a questo progetto le Diocesi di Verona, Padova e Adria-
Rovigo. Il Festival ha come focus la Bibbia, che nella sua ricchezza può mobilitare il variegato interesse di persone, soggetti pubblici e privati, associazioni, con i diversi linguaggi e le diverse sensibilità dell’uomo post-moderno. La potenza fragile e umile della Parola si offre come elemento di lettura della realtà in grado di risvegliare sentieri nuovi per la Chiesa e il mondo e di animare un valore aggiunto sociale. Le giornate del Festival offrono un insieme di incontri e spettacoli, mostre e presentazioni, giochi e laboratori, spazi meditativi per gli adulti, per i più piccoli e i giovani e ancora altre forme comunicative per poter coinvolgere tutti, in particolare coloro che non hanno una diretta conoscenza della Bibbia. I molteplici appuntamenti si svolgono tra le vie e le piazze, le corti e i chiostri, le chiese e i palazzi, i musei e altri luoghi significativi delle città che aderiscono, luoghi ideali per porre in contatto un numero sempre più ampio di persone con la Bibbia, il grande codice culturale e religioso che sta a fondamento della nostra civiltà. Protagonisti del Festival Biblico sono biblisti, studiosi, scrittori, artisti di varia estrazione, nomi conosciuti e autori da scoprire. Protagonista è soprattutto il pubblico che, partecipando, è chiamato ad interagire, a costruirsi il suo percorso ideale tra le molteplici proposte, contribuendo a realizzare attivamente il Festival e a rinnovarlo anno dopo anno.

Il tema 2015: le Scritture, l’uomo e il giardino della creazione

La tematica ecologica ha assunto negli ultimi decenni un’importanza centrale anche per l’esegesi biblica, alla ricerca del giusto equilibrio dell’uomo con il mondo e nel tentativo di rintracciare l’autentico messaggio ecologico del testo biblico, questione profondamente radicata nella tradizione cristiana, dalla lezione dei Padri fino a Francesco d’Assisi. Oggi l’elemento ecologico si presenta con una rilevanza nuova, non solo legata alla necessaria salvaguardia ambientale ma come un paradigma in grado di schiudere inediti orizzonti di carattere antropologico. Non vanno sottovalutate le due coincidenze importanti, l’Expo milanese che punta i riflettori di tutto il mondo sulle tematiche dell’alimentazione e dell’ambiente così come l’Enciclica di Francesco sulle tematiche ecologiche. 

 

Custodire per coltivare, coltivare per custodire

Da pura difesa del creato, minacciato dallo sfruttamento eccessivo e dalla manipolazione esercitata dal progresso tecnologico, il tema ecologico mostra sempre più negli ultimi decenni anche la sua dimensione attiva. Da mero tentativo di preservare quanto ci è dato in dono, per trasmetterlo alle successive generazioni, il messaggio della custodia è divenuto sempre più messaggio della coltivazione del creato, in cui l’azione non diviene automaticamente dominio dell’uomo sulla natura ma signoria che custodisce attivamente quanto ricevuto, secondo una tradizione di difesa, salvaguardia, ma insieme promozione dell’ambiente circostante, i cui vertici si possono trovare nel monachesimo occidentale. Quanto ci viene offerto dalla dimensione biblica della custodia e della coltivazione è quindi un intreccio di passività e attività, di dono e responsabilità, di salvaguardia e promozione, di conservazione e trasformazione che mira in estrema istanza alla trasfigurazione del creato, non nelle mani dell’uomo ma di cui l’uomo si fa partecipe. Il Festival Biblico si incarica anzitutto dunque di offrire una lettura che tenga insieme i due poli, quello della salvaguardia e quello della trasformazione, nelle diverse forme, esegetiche, antropologiche, letterarie, artistiche, musicali, spettacolari, in cui l’integrazione tra custodia e coltivazione si manifesta.

 

Custodire e coltivare se stessi, l’altro, il creato
Se il messaggio ecologico è divenuto sempre più messaggio di dono e responsabilità, custodia e coltivazione, esso offre degli spunti interessanti che superano la tematica puramente ambientale. Come suggerito dall’Omelia d’inizio Pontificato di papa Francesco, nella solennità di S. Giuseppe 1, la custodia, che è fatta di ascolto e di scelta sapiente delle indicazioni della Parola, si dà come custodia di sé, ma anche dell’altro. Custodire se stessi significa sviluppare quell’ecologia del cuore, frutto di allenamento e di perseveranza, che l’uomo religioso conosce bene come cammino di
perfezione nel dialogo con Dio. Solo da questa dimensione personale e spirituale nasce un’autentica custodia dell’altro, ma insieme l’altro aiuta a custodire il proprio cuore e la propria strada in sentieri definiti, realistici e non solitari. Quanto questo intreccio di dimensione spirituale-personale ed etico-intersoggettiva abbia da dire al mondo d’oggi non appare solo dalle questioni che interrogano l’esistenza dei singoli ma anche dalle grandi questioni epocali, dalla crisi economico-antropologica che chiede anche una risposta ecologica, alle crisi internazionali che chiedono un’ecologia dei popoli e della pace fino alla penetrazione tecnologica nella vita di milioni di uomini alle prese con inediti ed inauditi scenari 2 . A questo livello è possibile recuperare il significato di una custodia dell’ambiente che attraversa inevitabilmente per un’ecologia umana, in grado di evitare l’estremo di una marginalizzazione dell’umano per far posto alle forze originarie del cosmo. Tale estremo è opposto ma solidale con l’estremo della manipolazione dispotica del creato. Questi momenti, cioè la custodia di sé, dell’altro e del creato, si richiameranno continuamente l’un l’altro in forma sinergica e complementare, con aperture che spazieranno dalla teologia alla filosofia, dall’economia alla psicologia fino alle scienze, luogo privilegiato di dialogo per la tematica ambientale. 

 

I. Esegesi, teologia e percorsi biblici. Parola che ci nutre
Il filo rosso della narrazione biblica sarà il percorso che guiderà le riflessioni sulla custodia e la coltivazione, in particolare all’interno del primo percorso. Lo sguardo sapienziale sulla creazione, che emerge soprattutto dai testi dei Salmi, ma anche da Sapienza, Siracide, Giobbe, mettono in evidenza uno sguardo che l’uomo deve raggiungere in rapporto al creato per giungere ad una vera e propria comunità della creazione. Tale sguardo evita sia la riduzione dell’uomo alle forze primigenie, considerate ultimamente in maniera idolatrica, sia la manipolazione da parte dell’uomo dello stesso creato. La dignità regale che l’uomo si trova ad avere è infatti lontana dalla concezione manipolatoria del cosmo, sebbene molta critica abbia addebitato proprio al mondo ebraico-cristiano, a partire da Genesi 1,26, la responsabilità di una deriva tecnocratica in rapporto al cosmo. A partire dallo sguardo sapienziale sarà possibile tornare dunque agli elementi che i primi testi della Bibbia offrono nella comprensione del creato, da Genesi a Esodo, in cui le forze della natura divengono espressione della misericordia divina e del rapporto che Dio intrattiene con il suo popolo. Accanto allo sguardo sapienziale andrà indagato anche il cammino dei profeti, in cui la creazione testimonia insieme la benedizione che Dio riserva al suo popolo e ai suoi eletti così come la lontananza della creazione dal suo disegno prestabilito quando l’uomo si fa portatore di rovina e distruzione. Nello sguardo di Isaia, ma soprattutto di Geremia e Osea la creazione riflette la benedizione divina, quasi come natura trasfigurata ed aperta all’avvento messianico, ed insieme diviene terra di desolazione e di morte come in Ezechiele, quasi a riflettere nella sua configurazione l’allontanamento da quel giardino delle origini che rappresenta l’apice della creazione, ma anche dell’uomo nell’equilibrio con il contesto circostante.

Il secondo Testamento, in cui la storia della salvezza riparte da un giardino, quello della Resurrezione, descrive il Figlio nel suo interloquire con la natura dando del “tu” a tempesta e venti 3, nel dominarla ma insieme nell’assecondarla invitando l’uomo a condividere coltivazione e abbandono provvidenziale ai doni divini 4 . I testi biblici aprono sempre più alla prospettiva escatologica, in cui la natura attende la rivelazione di figli 5 e accompagna il cammino dell’uomo nella storia, dalle origini alla ricapitolazione in Cristo 6 . In tale direzione la stessa dimensione apocalittica, oltre il preconcetto a richiami di distruzioni, catastrofi e morte, dischiude a uno scenario di bellezza e armonia.
È possibile dunque riscoprire teologicamente il ruolo dell’uomo come sacerdote-custode e non dominatore del creato, riconoscendo una dignità intrinseca per il creato e le creature e approfondendo la spiritualità e la mistica della creazione. Non mancheranno risonanze teologiche, nella riscoperta di un messaggio profondo in relazione al creato, che chiama a scelte pastorali ed etiche concrete ed urgenti. La dinamica ecumenica ed interreligiosa sarà particolarmente stimolata tanto in rapporto all’Oriente cristiano quanto in rapporto alle letture che giungono dalla sapienza ebraica e dalle sapienze dell’estremo Oriente, terreno di confronto e crescita sempre più stimolante per il cristianesimo.

 

II. Uomo, società e infinito. Parola che genera
Il secondo percorso indagherà le molte forme in cui l’uomo si confronta con l’ambiente che lo circonda, come ambiente umano, naturale, sociale, economico, educativo. Quale messaggio può lanciare la Bibbia in questi settori? Cosa significa approfondire il legame olistico dell’uomo con il suo contesto di vita? Di fronte al rischio dell’individualismo si presenta il rischio uguale e opposto della riduzione del soggetto al tutto, esaltando la natura, la società, l’economia e dimenticando anche nelle delicate fasi dell’educazione l’identità personale. L’ispirazione biblica può divenire fecondo strumento per generare percorsi virtuosi di ecologia umana nei diversi ambiti, dalle sfide dell’economia civile alla custodia nell’educare e nel gettare le basi delle nuove generazioni, dal recupero ambientale di aree deturpate alla costruzione di sostenibilità nelle metropoli come nelle campagne. Equilibrio ecologico potrà così significare ricomprendere una perduta armonia tra uomo e cosmo, ma anche dell’uomo con se stesso, in un’ecologia interiore che è una base necessaria per l’ecologia sociale e ambientale. L’ambito antropologico potrà collegare filosofia, economia, scienze umane e scienze propriamente dette per definire sentieri virtuosi.

 

III. Gesti, immagini, suoni della Terra. Parola che ricrea
A partire dal messaggio biblico i percorsi del Festival si incaricheranno di definire le irradiazioni che la tematica ecologica offre nei diversi contesti culturali. Per quanto riguarda le altre arti sarà interessante misurare la recezione teatrale, cinematografica, pittorica e generalmente artistica del nesso tra ecologia e Bibbia, facendo così risuonare in maniera plastica ed immediata la duplice traccia del Festival, come ecologia ambientale che si lega all’ecologia umana e come ecologia fatta di custodia e coltivazione, di attività e passività. In questi campi il tema della creazione non si dà semplicemente come contenuto ma ancor più come metodo di comprensione integrale della realtà, plasmata e trasfigurata nell’opera d’arte, nella produzione cinematografica, nella parola poetica, nella rappresentazione teatrale, nell’opera musicale. Tutte le varie forme artistiche si incaricheranno di verificare l’importanza della natura stessa come strumento dell’opera d’arte, attraverso la composizione materica di elementi che plasmati fanno dell’uomo un co-creatore in rapporto al cosmo. D’altro canto i materiali, i suoni, le immagini e i gesti conducono l’uomo a riflettere con umiltà sulla propria opera, per evitare il rischio di un’orgogliosa tracotanza e farsi portatore di un messaggio che lo supera.

 

IV. Scienza e fede. Parola in dialogo
Un capitolo del tutto inedito sarà la riscoperta di un dialogo tra scienze e Bibbia, archiviando la retorica del superamento delle incomprensioni per avviarsi verso un cammino autentico di collaborazione. Oltre la retorica di mondi che devono parlarsi forzatamente, il dialogo tra scienze e Bibbia potrà mostrare la fecondità di una sinergia tra chi osserva e analizza la natura e chi si pone in ascolto della stessa per cogliere le origini, il senso e le finalità recondite. In questo campo la complementarietà tra teologia e pensiero scientifico si aprirà alle molteplici rifrazioni dei vari campi
della scienza, dalle sfide dell’infinitamente piccolo e le nuove frontiere della genetica fino alle scoperte dell’astrofisica sul principio e sulla fine del mondo passando per la frontiera delle neuroscienze.

 

V. Luoghi che raccontano. Parola che si fa memoria
Il consueto approfondimento di geografia e archeologia biblica non potrà non soffermarsi sui luoghi della “Custodia” di Terrasanta come luoghi che conservano e propagano una memoria viva. Nello stesso tempo sarà interessante approfondire gli elementi naturali e fisici che sono stati lo scenario del venire al mondo di Dio, luoghi fatti di fiumi e deserti, terreni rocciosi e laghi, ambienti lussureggianti ma anche estremamente aridi, montagne e vallate. Non mancherà un approfondimento specifico sui luoghi che, nelle sedi del Festival, hanno custodito la fede delle generazioni, diventando meta di pellegrinaggio e luogo di promozione sociale, artistica e culturale.

 

Sintesi del tema 2015

La tematica ecologica ha assunto negli ultimi decenni un’importanza centrale anche per l’esegesi biblica, alla ricerca del giusto equilibrio dell’uomo con il mondo e nel tentativo di rintracciare l’autentico messaggio ecologico del testo biblico, questione profondamente radicata nella tradizione cristiana, dalla lezione dei Padri fino a Francesco d’Assisi. Oggi l’elemento ecologico si presenta con una rilevanza nuova, non solo legata alla necessaria salvaguardia ambientale ma come un paradigma in grado di schiudere inediti orizzonti di carattere antropologico.
Tema in piena sintonia con due coincidenze importanti, l’Expo 2015 che punta i riflettori di tutto il mondo sulle tematiche dell’alimentazione e dell’ambiente così come l’attesa Enciclica di papa Francesco sulle tematiche ecologiche.

Custodire per coltivare, coltivare per custodire

Da pura difesa del creato, minacciato dallo sfruttamento eccessivo e dalla manipolazione esercitata dal progresso tecnologico, il tema ecologico mostra sempre più negli ultimi decenni anche la sua dimensione attiva. Da mero tentativo di preservare quanto ci è dato in dono, per trasmetterlo alle successive generazioni, il messaggio della custodia è divenuto sempre più messaggio della coltivazione del creato, in cui l’azione non diviene automaticamente dominio dell’uomo sulla natura ma signoria che custodisce attivamente quanto ricevuto, secondo una tradizione di difesa, salvaguardia, ma insieme promozione dell’ambiente circostante, i cui vertici si possono trovare nel monachesimo. Quanto ci viene offerto dalla dimensione biblica della custodia e della coltivazione è quindi un intreccio di passività e attività, di salvaguardia e promozione, di conservazione e trasformazione che mira in estrema istanza alla trasfigurazione del creato, ultimamente non nelle mani dell’uomo ma di cui l’uomo si fa partecipe. Il Festival Biblico si incarica anzitutto dunque di offrire una lettura che tenga insieme i due poli, quello passivo e quello attivo, quello della salvaguardia e quello della trasformazione, nelle diverse forme, esegetiche, culturali, letterarie, artistiche, musicali, cinematografiche, spettacolari, in cui l’integrazione tra custodia e coltivazione si manifesta, con particolare riferimento all’ecologia umana.