Un cielo che si apre, lo Spirito, una voce…
Al racconto del Battesimo di Gesù Luca dedica solo due versetti, preceduti da un riferimento sul Battesimo in Spirito Santo, di Giovanni il Precursore. Due Battesimi, quello di Giovanni e quello di Gesù, in continuità, non in contrapposizione: e quello di Gesù sembra essere il punto di arrivo dell’opera di Giovanni e il passaggio dal tempo dell’attesa a quello della novità. L’evangelista mette in luce soprattutto il fatto che nella vita di Cristo questo evento ha rappresentato la sua proclamazione messianica pubblica e lo svelamento della sua identità di Figlio di Dio. E’ quello che lo Spirito rivela in questa breve teofania in cui emerge in primo piano lo stare di Gesù in preghiera e il legame fra preghiera e Spirito Santo.
Ci mettiamo anche noi in attesa, come dice l’evangelista Luca. E’ l’attesa del cuore, chiamato a superare le sue aspettative sempre troppo limitate, e ad aprirsi a quel nuovo, assolutamente inedito, che è il volto di Dio. C’è ben altro, c’è ben di più, sembra dire di sé il Battista…che aveva annunciato un Veniente più forte di lui. Il Battesimo di Gesù che gli orientali festeggiano come epifania, è davvero la Parola-manifestazione del nuovo del nostro Dio. Solo Luca dice che Gesù ricevette il battesimo dopo che tutto il popolo era stato battezzato: anche lui in fila con gli altri, ultimo, solidale con tutti. Come incomincia la sua vita pubblica? Con questo gesto di umiltà, di sottomissione a Dio e di totale solidarietà con noi, peccatori (“trattato da peccato in nostro favore…” 2Cor 5,21) e con un’azione particolarissima, quella della preghiera, che solo Luca evidenzia, nei momenti più significativi della vita di Gesù. Solidarietà e preghiera: due azioni che accompagnano tutta la sua vita, dall’inizio, al suo morire sulla croce in mezzo a due malfattori, pregando per loro.
“Gesù stava in preghiera”. Brevissima annotazione che ci apre uno squarcio prezioso sulla preghiera, che più è che tutto silenzio, accoglienza, parola non tanto detta a Dio, ma ascoltata e ricevuta in dono da Lui come Parola, unica e personale, detta a noi, così potente da aprire il Cielo. Entriamo nella preghiera di Gesù e in quella relazione che ci fa vivere!
Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba. Dio risponde alla preghiera di Gesù con questa teofania, che comporta l’apertura del cielo, la discesa dello Spirito e la voce. Dio ci parla e ci svela il suo nome: Padre! e il nostro: Figlio! Parole uniche, di sorprendente bellezza e novità. Parole che si odono solo nel silenzio della preghiera. Parole dette da un Cielo aperto, dove non c’è più separazione e distanza fra cielo e terra, fra Dio e l’uomo, dove niente di noi, nessuna colpa o peccato, è più escluso dall’abbraccio del suo Amore, che non ci rinfaccia nulla e brucia tutto nel Fuoco del suo Spirito…Parola detta a noi, fiducia che ci rimette in cammino…
Si parla di Spirito in forma corporea, come di colomba, di cui tante sono le allusioni nell’A.T. Ed è proprio quello stesso Spirito, che vuole entrare in noi, fare di noi la sua dimora, cambiarci mente e cuore per dirci la verità più bella di ciò che siamo. Glielo permettiamo? Il cielo si apre su di noi, possiamo parlare col nostro Dio e ascoltare la sua voce; possiamo preferire le sue parole di vita alle tante, troppe parole menzognere che ci tolgono vita e libertà; possiamo sentire Dio nel nostro sangue, nelle nostre vene, in modo assolutamente immeritato, e sentirci…la gioia di Dio, il suo compiacimento...
E venne una voce dal Cielo: Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento.
Il testo riecheggia anche il Sal 2 “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato” e Is 42,1, la dichiarazione di Dio sul suo servo(“Ecco il mio servo…in lui mi sono compiaciuto”). All’inizio della sua missione, il battesimo è rivelazione della chiamata rivolta a Gesù, che lo Spirito realizzerà con potenza; è la proclamazione di Gesù quale Messia, Figlio di Dio, e quale profeta, Servo del Signore.
La festa del Battesimo di Gesù è l’ultima manifestazione-epifania del tempo del Natale. Si è manifestato a Betlemme ai pastori, ai poveri di Israele; come Re dei giudei ai sapienti venuti dall’oriente; e all’inizio del suo ministero pubblico si è manifestato a tutto Israele quale Messia e Figlio di Dio. Ci ha aperto una strada, un cammino che va dall’immersione nelle acque del Giordano all’immersione nelle acque della passione e della morte (Cf Sal 69, 2-39). A noi la responsabilità e la gioia di seguirlo, verso la sua e nostra Pasqua, in quell’esodo che si compie a Gerusalemme (Lc 9,31) C’è una voce che chiede il nostro ascolto, c’è una missione che attende anche noi: chiediamo di conoscerla, come Gesù ha conosciuto la sua al Giordano. E chiediamo lo Spirito, per poterla vivere.
Sr. Chiara Serena
Monastero di Leivi (Ge) – FONTE
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