Federazione Clarisse – Commento al Vangelo del 13 Novembre 2022

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In questa penultima domenica del T.O. ci è proposta una parte del cap. 21 del vangelo di Luca, chiamato la “grande apocalisse”. (Una “piccola apocalisse”, propria di Luca si trova al cap.17, 20 -37).

Dopo una questione introduttiva e alcuni avvertimenti a non lasciarsi ingannare o terrorizzare, Gesù passa ad annunciare ciò che riguarda i discepoli. Se non è subito la fine, come Luca sembra rimarcare (e noi possiamo constatarlo nella storia che ci ha preceduto), l’attenzione è posta sul come stare da discepoli nel compiersi di ciò che deve avvenire nel tempo della Chiesa, le cui vicende sono conformanti a quelle del Signore. Gesù sta per attraversare la sua passione (cap.22 e 23) e le sue parole continuano ad accompagnarci per formarci, così che la “prova” diventi occasione.

Mi piace pensare che questi discorsi “apocalittici” siano un po’ come i discorsi di addio del vangelo di Giovanni, delle vere e proprie istruzioni ai discepoli. Ma prima di tutto questo… metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.

Si tratta di qualcosa che ci riguarda e che forse può scuoterci dal torpore, dall’anestesia dai guai vicini e lontani. Infatti, non solo conosciamo le vicende a cui allude Luca sulla fine del Tempio e sulle persecuzioni della prima comunità cristiana, ma sappiamo pure quello che continua ad accadere nella storia, nei nostri giorni, tra guerre, disastri naturali, calamità, epidemie, pandemie …  

Sappiamo anche come ancora ci siano discepole e discepoli testimoni dell’amore, fedeli nelle difficoltà, precarietà, anche fino alla persecuzione. Non si tratta dunque di cercare i segni della fine, magari pensando “così ci prepariamo”, anche se  in realtà vogliamo avere solo tempo per continuare a illuderci, perché si fa proprio fatica a guardare le cose che crollano e finiscono in rovina… Si tratta piuttosto di orientarsi nel presente tenendo care le parole del Maestro, rimanendo in parole che portano ormai il sigillo della pasqua del Signore Gesù.

Ed ecco la buona notizia: Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza… Desolazione e consolazione ci accompagnano e non possiamo tralasciare di scoprirne i tratti, di riconoscerli dentro la vita di ogni giorno.

Abbiamo iniziato l’anno liturgico con la seconda parte del cap. 21 che ci è proposto in questa domenica: un cerchio che si chiude? No, piuttosto una spirale che ci porta ad un livello ulteriore, ci sospinge in un tempo tutto da accogliere, in cui rimanere in ascolto, saldi sotto il peso della vita ma certi di “contare” molto per chi perfino conta i capelli del nostro capo.

È interessante notare che nelle Fonti Francescane alcuni versetti di questo vangelo di Luca siano citati, sia nella Regola non bollata (FF 45) in riferimento a coloro che vanno tra i saraceni e gli altri infedeli, che nella Leggenda Maggiore di san Bonaventura (FF1173) a proposito dell’incontro di Francesco con il Sultano, come un’attualizzazione di quelli che potevano essere allora gli ambiti di una testimonianza a rischio di persecuzione, in cui però sperimentare l’assistenza della sapienza del Signore.  E a noi cosa dice questa parola?

Suor Chiara Miriam – Monastero di Milano FONTE

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