Federazione Clarisse – Commento al Vangelo del 1 Novembre 2019

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Il commento al Vangelo del 1 novembre 2019 è curato dalle sorelle del sito Federazione Clarisse.

1. Lettura e comprensione della Parola

Contesto

Le beatitudini sono il grido di gioia di Gesù di fronte al regno che viene. Si tratta di uno spirito, di una mentalità. Gesù é felice e vuole che siamo felici anche noi, perché é finito lo sfruttamento, la schiavitù di uno sull´altro, perché la fratellanza comincia ed é possibile. Chi è che sfrutta: chi soffre o chi fa soffrire? Chi è che rende schiavo: chi ha spirito di povero o chi ha spirito di ricco?

2. Meditazione

1-2 Cominciò ad insegnare loro con queste parole

Matteo va indicando le piste che conducono alla vera felicità.    Si    tratta    di    annunci    di    valore,    non    di comandamenti (come il decalogo del Sinai). Rivelano una “felicità” umana paradossale, che unisce promesse di beni eccelsi con esigenze straordinarie.

Ogni beatitudine é costituita da due membri: il primo enuncia una opzione, stato o attività; il secondo, una promessa. Ognuna é preceduta dall’affermazione di felicità («beati»). Delle otto beatitudini bisogna sottolineare la prima e l´ultima, che hanno uguale il secondo membro e la promessa al presente: «perché di essi é il regno dei cieli». Ognuna delle altre sei ha un secondo membro differente e la promessa vale per il futuro («riceveranno, erediteranno, ecc.»). Di queste sei, le prime tre (vv. 4.5.6) menzionano nel primo membro uno stato doloroso per l´uomo, del quale si annuncia la liberazione. La quarta, quinta e sesta (vv. 7.8.9), invece, enunciano una attività, stato o disposizione dell´uomo favorevole e benefico per il prossimo, che porta anche la sua corrispondente promessa del futuro.

3 Beati quelli che scelgono di essere poveri

Nella tradizione ebrea, i termini ‘anawim/aniyim’ designavano i poveri sociologici, che mettevano la loro speranza in Dio, già che non trovano appoggio né giustizia nella società. Gesù raccoglie questo senso e invita a scegliere la condizione di povero (opzione contro il denaro e il livello sociale), mettendosi nelle mani di Dio.

La parola «spirito», nella visione semitica, connota sempre forza e attività vitale. Dato che quello che Gesù propone é una opzione per la povertà, il senso della beatitudine é: «i poveri per decisione», opponendosi ai «poveri per necessità». «Il regno di Dio viene per essi» vuol dire che solo su di essi agisce Dio come re.

Solamente quelli che hanno rotto con l´idolo del denaro entrano nel regno di Dio. La opzione per la povertà é la porta d´entrata nel regno e ciò che incorpora alla nuova alleanza.

L´idolatria, che minacciava Israele nei suoi primi tempi, si concretizza nel possesso della ricchezza (cf. Mt 6,24). Per questo, l´enunciato di questa beatitudine, come quello delle seguenti, é esclusivo: perché «questi», e non altri, «hanno Dio per re».

4 Beati gli afflitti

Il verbo greco denota un dolore profondo, che si deve manifestare al di fuori. Non si tratta di un dolore qualunque; il testo si ispira a Is 61,1, dove quelli che soffrono fanno parte dell´elenco, che include i detenuti e prigionieri. Nel testo profetico si tratta dell´oppressione di Israele, e il Signore promette la sua consolazione per strappare il suo popolo dal dolore, dal lutto e dalla depressione.

«Quelli che soffrono» sono, quindi, le vittime di una oppressione così dura, da non poter contenere il dolore. La consolazione significa per loro la fine dell´oppressione.

5 Beati gli umili

Il Salmo 37,11 dice: “Gli umili erediteranno la terra”. Per l´avidità dei malvagi, i poveri hanno perso la loro indipendenza economica (terra, terreni) e la loro libertà e devono vivere sottomessi ai potenti, che li hanno spogliati. Neppure possono esprimere la loro protesta. A questi Gesù promette non la possessione di un terreno come patrimonio familiare, ma il possesso della «terra» in comune con tutti (cf. Dt 4). Con la «terra» sarà loro restituita la libertà e l´indipendenza.

6 Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia

La fame e la sete indicano il desiderio intenso di qualcosa di indispensabile per la vita. La giustizia é così necessaria per l´uomo come il cibo e la bevanda; senza di essa egli si trova in uno stato di morte. La giustizia alla quale fa riferimento la beatitudine é la stessa di cui si parlava prima: vedersi liberi dall´oppressione, godere di indipendenza e libertà. Gesù promette che questo anelito sarà saziato, che nella società umana, che si lascia illuminare e segue il progetto divino, cioè «il regno di Dio», non ci sarà traccia di ingiustizia.

7 Beati i misericordiosi

La misericordia é una delle massime caratteristiche di Dio (Es 34,6). E´ anche consigliata agli uomini (Prov 14,21), incluso come “beatitudine” (Sal 41,2). Non si tratta di un sentimento ma di una attività: «quelli che offrono aiuto». Su coloro che offrono aiuto al bisognoso in qualunque campo, in primo luogo nel terreno corporale (cf 25, 35s), Dio spargerà il suo aiuto.

8 Beati i puri di cuore

L´espressione si trova nel Salmo 24,4, dove «il puro di cuore» é colui che non conserva cattive intenzioni contro il suo prossimo. E´ colui che é sincero con Dio e con gli uomini. Questa purezza che viene dal di dentro  si oppone alla purezza solamente esterna o ritualista (Mt 23,25-28).

Vedere Dio é il desiderio e la speranza suprema (Sal 11,7; 17,15; 63,3), che Mosè non vide soddisfatta (Es 33,20). Gesù, il verbo che si é fatto uomo, é la presenza visibile di Dio (Gv 1,14).

9 Beati quelli che costruiscono la pace

La pace fa parte dell´annuncio messianico (Is 2,2-5). Si tratta della prosperità, tranquillità, diritto e giustizia; significa, insomma, la felicità dell´uomo preso nel suo aspetto individuale e sociale. Questa beatitudine condensa le due precedenti: in una società dove tutti sono disposti a offrire aiuto e dove nessuno conserva cattive intenzioni contro gli altri, si realizza pienamente la giustizia e si raggiunge la felicità dell´uomo. A coloro che lavorano per questa felicità Gesù promette che «Dio li chiamerà figli suoi»; cioè, questa attività rende l´uomo simile a Dio, perché é la stessa che egli realizza con gli uomini.

10 Beati i perseguitati

La società, basata sull´ambizione di potere, gloria e ricchezza (Mt 4,9), non può tollerare l´esistenza e l´attività di gruppi, il cui modo di vivere nega le basi del suo sistema. Conseguenza inevitabile é la persecuzione. Questa, tuttavia, non rappresenta un fallimento, ma un successo («Beati») e, sebbene in mezzo a difficoltà, é fonte di gioia, perché la regalità di Dio si realizza effettivamente su queste persone.

Anche se Gesù dirige il suo insegnamento ai discepoli (Mt 5,2), le beatitudini sono in terza persona, sono quindi un invito aperto a tutti.

11-12 Beati voi

Passando alla seconda persona plurale, la beatitudine si fa più concreta, riflettendo la situazione che viveva la comunità cristiana di Matteo.

La persecuzione parla di insulto, persecuzione e calunnia a causa di Gesù. Il motivo di questa ostilità non può essere altro che la fedeltà a Gesù e al suo programma. La reazione dei discepoli di fronte alla persecuzione deve essere di allegria. La persecuzione non é, quindi, motivo di depressione o scoraggiamento, al contrario, essa dimostra che la vita dei discepoli causa impatto nella società e nell´ambiente, e questo é il suo successo. La vita della comunità sta producendo la liberazione promessa nei settori oppressi della società e a questo si deve la persecuzione di cui é oggetto.

3. Comunicazione e risposta

  • In quale delle beatitudini mi sento più identificato?
  • Quale di esse manca di più nella mia vita? nella mia famiglia? nel mio quartiere?
  • I santi che oggi ricordiamo non sono fuggiti dalla vita, ma hanno saputo scoprire in essa il Dio della vita, che non finisce. Perché ci sembra quasi impossibile vivere come loro nel dono della vita a Dio?

A cura di Padre Gianfranco Testa, missionario della Consolata – Torino

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5, 1-12a
 
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
 
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore