Egli รจ vicino
Oggi, prima domenica di Avvento, una nuova luce si accende sul nostro cammino di credenti: inizia un nuovo anno liturgico.
Cosa si intende per โanno liturgicoโ? E cosa puรฒ cโentrare con la nostra fatica quotidiana di vivere, tra mille corse e affanni, tra le molte preoccupazioni e le poche gioie cosรฌ fugaci ed effimere?
Lโanno liturgico รจ quel dono per incontrare i passi di Dio nella nostra storia, un dono per aprire gli occhi sul Suo Amore eterno, che attraverso lo scorrere degli anni, i mesi, i giorni, le ore ci cerca, si fa sentire, ci parla e si offre a ciascuno di noi per dare senso e pienezza di vita.
ร dentro questo nostro tempo che Dio ha voluto tracciare le coordinate per scrivere la meravigliosa storia della salvezza, quel dialogo di Amore tra Lui e ogni uomo e donna di ieri, di oggi e di sempre.
Al centro di questo misterioso e affascinante dialogo tra Dio e lโuomo, tra lโeterno e il temporale, cโรจ lโincontro della divinitร con lโumanitร nel mistero dellโIncarnazione del Figlio di Dio, il Signore Gesรน Cristo.
Lโanno liturgico ci offre di ripercorrere tutte le tappe vissute dal Signore Gesรน nella sua esistenza terrena: questo perรฒ non soltanto come semplice ricordo, ma misteriosamente e realmente noi siamo uniti a Lui, alla Sua vita, morte e risurrezione.
Ed รจ proprio nellโarco di un anno che la liturgia che si vive ci rende non spettatori, ma interlocutori principali nel dialogo con Dio.
Il tempo dellโAvvento, dunque, celebra innanzitutto il mistero della storia della salvezza che coinvolge e abbraccia tutta la storia dellโumanitร . Un tempo prezioso di vigilanza, per mantenere la nostra vita saldamente orientata allโamore e alla fedeltร di Dio, che nel Suo Figlio Gesรน ci ha donato sรฉ stesso.
ร in questa luce che ci รจ possibile comprendere il Vangelo di questa prima domenica. Un vangelo che, se si apre con lโannuncio di catastrofi cosmiche, lo fa per invitarci ad alzare il capo: โAllora vedranno il Figlio dellโuomo venire su una nube con potenza e gloria grandeโ (Lc. 21,27).
La nostra storia da sempre รจ stata e sarร segnata da avvenimenti catastrofici, che ci spaventano e ci superano per la loro tragicitร . Ma piรน che lasciarci impressionare da questi, occorre appunto โvigilare in ogni momentoโ (Lc. 21,36) per aspettare il Figlio dellโuomo che di certo verrร , anzi viene in ogni nostro giorno, attimo.
Tempo di vigilanza e di lieta speranza, perchรฉ gli sconvolgimenti della nostra storia, di ieri e di oggi, non annunciano la fine, ma IL FINE. Sono quellโindice rivolto al compimento del disegno dโamore di Dio per tutta lโumanitร , sempre attesa in quellโabbraccio di amore e di comunione con Lui.
โAttenti a voi stessi che mai si appesantiscano i vostri cuoriโ (Lc. 21,34): siamo invitati a non distrarci (= tirarci fuori dal centro) dai rumori del nostro piccolo o grande mondo che sembra franare sotto i nostri piedi.
Occorre VEGLIARE con la luce della speranza sempre davanti agli occhi e al cuore per vivere con gioia, giร fin dโora, quella pienezza di vita che il nostro cuore cerca.
Sr. Maria Amata – Monastero di Bra – Fonte
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