La Riflessione
Vi siete mai chiesti cosa desiderate fare da grandi?
Sicuramente ognuno di voi ha un desiderio, un sogno per la propria vita. Medico, calciatore, astronauta, cantante, maestra, ballerina… Tutti lavori belli e importanti…
[Continua dopo il video]
Quando pensiamo ad uno di questi mestieri, ci viene sempre in mente un esempio, un personaggio che prendiamo come modello per la nostra scelta, qualcuno che quel mestiere lo fa veramente bene e che ci ispira fiducia. Ma c’è anche chi quel mestiere non riesce proprio a farlo bene.
Questo succede perché dietro ad ogni mestiere c’è un uomo, una donna. Una persona che non deve solo essere capace di esercitare la sua professione, ma che deve anche essere responsabile, buona, generosa, disponibile, attenta agli altri, capace di rispetto, di accoglienza, di perdono, di giustizia, di verità.
Questo perché ogni lavoro acquista valore non solo per quello che rappresenta, ma a seconda del modo in cui lo pratichi. Se lo vivi da persona egoista pensando solo ai tuoi interessi, allora la professione che eserciti diventa un brutto lavoro, sbagliato, perché non aiuta gli altri, non aiuta la società, non la fa crescere, non costruisce qualcosa di bello.
Il Vangelo di oggi, con questo racconto, ci parla dell’inizio della missione di Gesù. Ci racconta che Gesù, un giorno, decise di andare al fiume Giordano dove Giovanni battezzava le persone che avevano deciso di cambiare vita e di ritornare a Dio.
Gesù non aveva bisogno del battesimo per lavare i suoi peccati come gli altri uomini, ma la sua immersione nell’acqua del Giordano significa qualcosa di molto più forte e importante, significa che Gesù stava accettando di compiere la sua missione, donando tutto sé stesso per gli altri, per noi. Fino ad offrirci tutto il suo amore morendo per noi sulla croce. Il segno dell’immersione nell’acqua del Giordano dice proprio questo: Gesù muore e poi risorge.
Dovete sapere che da quel momento Gesù non è più tornato a casa da sua mamma, ma ha iniziato ad andare in giro per la Palestina a far conoscere a tutti l’amore di Dio. Ci ha dato l’opportunità di chiamare Dio “Padre”, di imparare a conoscerLo, di cominciare a comprendere che non siamo soli, ma che Dio, attraverso Gesù, ci sta accanto e ci ama per quello che siamo.
Insomma per Gesù, il Battesimo ha segnato un grande passaggio, ed ecco che Dio, che lo sa, lo incoraggia e gli ricorda il suo amore “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.
Il Vangelo ci insegna oggi ad aprire il cuore. Ci ricorda che Dio, nel pensare a noi, nel crearci, ha voluto donare al mondo persone che lo potessero rendere migliore, che lo potessero colorare di pace, di bontà, di gioia, di perdono, di misericordia, di giustizia, di tenerezza, di felicità, di attenzione, di accoglienza. Tu, io siamo questo dono. Possiamo fare il lavoro più importante o anche quello più umile, ma se riusciamo a capire che siamo nati e viviamo per amare le persone che incontriamo come Dio ci ama, abbiamo una missione importante, unica, che solo ciascuno di noi è capace di realizzare.
L’Impegno
Il tempo del Natale è terminato, ma la missione di Gesù non finisce. Lui vuole portarla a compimento ed ha bisogno di noi, del nostro aiuto.
Impegniamoci a camminare insieme e a portare questo amore a tutti quelli che incontriamo a scuola, a casa, nello sport, in parrocchia, per aiutarci ad essere, come Lui, figli.
Fonte: Famiglia, Sogno di Dio il blog di Paolo e Diane