Amare Dio e amare il prossimo.
Ecco la regola per “ ereditare la vita Eterna “.
Ma al “ dottore della legge “, che si dà da solo la risposta che aveva chiesto a Gesu’ “ per metterlo alla prova “, cio’ non piace.
Il testo dice infatti che, “ volendo giustificarsi “, chiese al Maestro: “ E chi è il mio prossimo? “
Da cosa “ voleva giustificarsi “ quell’uomo?
Da un errore che compiva ed in cui, probabilmente, cadiamo in molti.
E’ facile dire di “ amare Dio “ perché lo si avverte come un’entità lontana, a cui rivolgere delle “ preghierine “ e che, tutto sommato, non ci è molto d’intralcio nella nostra vita.
Amare il prossimo o, meglio, amare Dio nel prossimo, cioè concretamente, è molto piu’ complesso perchè richiede impegno, fatica, rinuncia ad una parte di sè.
Amare il prossimo significa, in primo luogo, vederlo.
Capita infatti che, spesso, non ci accorgiamo neppure degli altri che soffrono, vivendo sempre di fretta e sempre centrati su noi stessi.
Ma vedere non basta.
Come si legge nel brano di oggi sia il sacerdote sia il levita sia il samaritano “ videro “ quell’uomo “ mezzo morto “ ma, mentre i primi due “ passarono oltre “, il terzo “ ne ebbe compassione “.
Avere compassione è amare come ama Gesu’.
Chi ha compassione sente infatti nelle viscere il dolore altrui, è come se lo provasse lui stesso.
Solo se percepisci ogni fratello come qualcosa di prezioso per te stai amando il prossimo, altrimenti è “ aria fritta “, altrimenti sono parole.
Il sacerdote ed il levita, ministri del tempio, erano bravi, con la bocca, a parlare di Dio, ma non amavano.
Il samaritano non era certamente un “ frequentatore del tempio “ ma amava.
E chi ama pone in essere i gesti dell’amore, che sono il “ farsi vicino al sofferente “, il “ fasciargli le ferite “, il “ soccorrerlo “, in altri termini il “ prendersi cura di lui “, dedicandogli tempo, attenzione e…anche denaro!!!
Solo chi ama cosi’, solo chi ha compassione per il fratello, in cui vede Dio, puo’ “ ereditare la vita eterna “.
La domanda per noi oggi è quindi: vedo la sofferenza degli altri? E, se la vedo, cosa faccio? “ Passo oltre “ perché non mi riguarda o “ mi prendo cura “ dell’altro perché mi è caro?
Esaminandoci capiremo se stiamo ereditando “ la vita eterna “ o “ l’inferno “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.