“ Voi siete il sale della terra “.
 “ Voi siete la luce del mondo “.
Il testo odierno ci dice cosa dobbiamo essere noi cristiani: “ Sale e luce “.
SALE
Il sale è, come tutti sappiamo, quell’ingrediente che, mescolato ai cibi, da loro sapore consumandosi.
Deve esserci ma deve essere ben dosato, altrimenti il cibo è insipido o salato e, quindi, non appetitoso.
Le caratteristiche del sale devono essere….anche le nostre.
Dobbiamo, con la nostra presenza, con il nostro agire, dare sapore alle nostre e alle altrui vite, fornendo la nostra testimonianza senza essere né timidi ( insipidi ) né invadenti ( salati ), perché finiremmo per allontanare gli altri da Dio.
Il sale, però, è anche qualcosa che brucia, che caustica; cio’ significa far comprendere agli altri che la Parola di Dio è bella, è vitale, ma è anche dura, seria, ed impone scelte precise e costanti.
Mi viene in mente, sul tema, il bellissimo libro di Don Luigi Maria Epicoco ( nota: leggetelo, è una bomba!!! ), dal titolo “ Sale, non miele “, che, nella sua copertina, reca, come sottotitolo, “ Per una fede che brucia “ e che, nella sua introduzione, riporta il seguente stralcio del celebre libro “ Il curato di campagna “ di Bernanos: “ Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. Ora, il nostro povero mondo rassomiglia al vecchio padre Giobbe, pieno di piaghe e di ulcere, sul suo letame. Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire “.
Che dire di più….è la nostra missione essere sale che “ brucia “ ma impedisce di “ marcire “ e di “ far marcire “.
LUCE
Luce del modo……siamo chiamati ad illuminare il modo, cosi’ schiavo delle tenebre del peccato.
Come si fa ad essere luce?
Vivendo una vita nell’osservanza delle “ parole “ di Dio, i comandamenti.
Cio’ scava la persona, la migliora, la uniforma, a poco a poco, al pensare e all’agire di Cristo.
Il volto di una persona che vive cosi’ è illuminato, quasi trasfigurato, ed ha la capacità , quando entra in contatto con altri esseri umani, di farli interrogare sul perché di quella luce.
E’ un’esperienza che capita, ad esempio, quando si incontrano dei missionari appena tornati dall’Africa.
Hanno un viso beato, gioioso, nonostante abbiano vissuto in paesi pericolosissimi, accanto a gente povera e con difficoltà inimmaginabili dalla opulenta società occidentale, bravissima a lamentarsi della “ gravissima privazione “ vissuta in questo anno consistente addirittura “ NEL NON POTER ANDARE AL RISTORANTE “!!!
Che problema esistenziale.
Ci vuole l’aiuto di uno psicologo!!!
Che VERGOGNA.
Scusate la digressione e…torniamo ai nostri missionari.
Ci si chiede da dove venga quella luce.
E’ semplice…sanno che Dio c’è e portano avanti la loro missione, abbandonandosi al Padre e alla sua “ volontà “.
Possano essere davvero esempio per tutti noi non certo per scelte cosi’ radicali, alle quali non tutti siamo chiamati, ma almeno per smetterla di lamentarci del superfluo ( “ privazioni di beni o servizi INDISPENSABILI quai bar, ristoranti, centri estetici, campi di calcetto e cosi’ via “ ), impiegando, piuttosto, parte del nostro tempo a costruire una relazione con Dio al fine di poter essere, per gli altri, riflesso, luce della sua bellezza.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.