“ E in quel luogo molti credettero in Lui “.
Qualche giorno fa, precisamente Martedi scorso, nel leggere un altro passo del Vangelo di Giovanni, avevamo trovato un’espressione similare: “ A queste sue parole molti credettero in Lui “.
Molti si convertono alle sue parole, molti fanno il loro atto di fede in un luogo.
Puo’ essere un luogo fisico ma anche un luogo interiore.
L’incontro con Cristo provoca la professione di fede, a cui, come abbiamo visto nei giorni scorsi, deve seguire la scelta di “ rimanere “, da cui nasce, consequenzialmente, l’ “ osservare “ la sua Parola.
Ma a fronte di “ molti che credettero “ altri “ raccolsero delle pietre per lapidarlo e cercarono di catturarlo “.
Perchè?
E’ lo stesso Cristo che cerca di farli ragionare.
“ Per quale opera che ho fatto volete lapidarmi? “
Perchè ti sei fatto come Dio, perchè, addirittura, credi di essere tu Dio.
E Gesu’ li smaschera: se faccio le opere del Padre, perché non mi credete?
Ecco, fratelli e sorelle, quello che dobbiamo chiederci oggi.
Se siamo ancora incerti o se apparteniamo proprio agli “ altri “, a coloro i quali sono affascinati dall’uomo Gesu’ ma non credono che sia il Figlio di Dio, è arrivato il momento di farci questa domanda: le opere che Cristo ha fatto, quanto ha operato, con la sua Parola, nella nostra vita, possono mai essere opera di un uomo?
Se rispondiamo con onestà credo che, con prontezza, passeremo nella schiera dei “ molti “ che credettero in Lui.
Sarà la chiave della nostra esistenza: accogliere nella nostra vita il vero Gesu’, vero Dio e vero uomo, e non solo un….” brav’uomo “.
La differenza è enorme.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.