Prosegue la lettura continuativa del capitolo 14 del Vangelo di Luca.
Uno dei commensali, dopo gli insegnamenti di Gesu’ in ordine a come comportarsi se si viene invitati ad un pranzo e a chi scegliere come invitati se si organizza un banchetto, prova ad immaginare una “ tavolata “ nel Regno di Dio, pensando, giustamente, che è “ beato “ colui il quale ne prenderà parte.
Ma il Signore narra la famosa parabola dell’uomo che invita tanta gente a cena e si vede rifiutato l’invito da tutti con varie motivazioni ( “ Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; mi sono appena sposato “ ).
Ed ecco allora che quell’uomo invita al banchetto gli stessi personaggi che avevamo incontrato ieri, cioè “ poveri storpi, ciechi e zoppi “, dicendo ai suoi servi “ nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena “.
Che ci vuole dire questo brano?
Che tutti, a parole, cosi’ come aveva fatto quel commensale di Gesu’, diciamo di voler partecipare al “ banchetto di Dio “ perché cio’ “ rende beati “ ma, di fronte ai continui inviti che il Signore ci fa di andare a cena da Lui, rifiutiamo accampando scuse, rifugiandoci dietro tutti i nostri impegni.
Occupiamo tutto il nostro tempo in piccole attività quotidiane ( vendere, comprare, provare ) rifiutando o rinviando ad un ipotetico “ do-mai “ l’invito a cena del Signore.
E come mi invita, giorno dopo giorno, Dio ad andare a mangiare con Lui?
Mi fa incontrare un povero, uno storpio, uno zoppo ma io, troppo impegnato nelle mie cose, non mi accorgo di lui; mi manda mio figlio, mia moglie/marito a parlarmi ma io sbraito dicendo che “ ho da fare “, che il mio lavoro “ mi stressa “ e che “ non ho tempo “, mi fa telefonare da un mio genitore anziano che ha bisogno anche solo di scambiare due chiacchiere con me ma io, svogliatamente, dopo un minuto, metto giu’ la cornetta adducendo mille impegni, mi fa ricordare, tramite il suono delle campane, che in una Chiesa vicino alla quale sto passando si sta celebrando una Messa e Lui è li, vivo e vero, nell’Eucarestia, pronto a “ farsi mangiare da me “.
Se tutti questi inviti li declino sempre sarà inevitabile che, un giorno, dopo la mia morte, “ poveri, storpi, ciechi e zoppi “ banchetteranno con il Signore ed io non gustero’ la cena piu’ buona che avrei mai potuto desiderare, alla quale uno dei commensali sarà…..addirittura Dio!!!
Ciascuno rifletta oggi su tutti gli inviti a cena del Signore che ha ricevuto e che ha rifiutato.
Ne arriveranno certamente altri perché Dio non si stanca mai.
Siamo pronti ad iniziare ad accettarli?
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
