Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 7 Giugno 2022

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“ In quel giorno Gesu’ disse ai suoi discepoli.…”

Prima di vedere cosa Gesu’ “ disse “ ai suoi discepoli, mi vorrei fermare proprio sulla frase introduttiva del testo odierno.

Quando la “ troviamo sulla nostra strada “ stiamo attenti e apriamo le orecchie ed il cuore: il Signore sta parlando ai suoi discepoli, cioè a NOI, e vuole dirci qualcosa!!!

Oggi ci vuol dire che siamo chiamati ad essere “ sale “ e “ luce “.

SALE

Qual è il compito del sale?

Rendere saporiti i cibi, che, altrimenti, sarebbero insipidi, senza sapore, non gradevoli.

Nella nostra missione di cristiani dobbiamo quindi essere sale, testimoniare cioè il “ buon gusto “ del Vangelo senza né essere svogliati in tale compito, portando gli altri a disinteressarsi di un prodotto che presentiamo come “ insipido “, né esagerare nel voler “ fare proseliti a tutti i costi “ condannando chi non ci segue.

In tal modo, infatti, “ esagereremmo con il sale “, rendendo ugualmente “ non appetibile “ il prodotto.

Essere sale è un’arte, la stessa che usa la massaia quando lo mette nelle pietanze.

Ci vuole la quantità giusta per dare sapore al cibo.

Questo siamo chiamati ad essere: “ la giusta dose di sale “ per dimostrare ad altri fratelli che il Vangelo è “ gustoso “ e non “ noioso “.

LUCE

“ Non si accende una lampada per metterla sotto il moggio “.

Una luce deve splendere, deve brillare.

Anche qui stiamo attenti.

Le “ opere buone “ che compiamo si devono vedere ma….con discrezione.

Significa che le opere vanno compiute per amore e non per “ gloriarsi “ di averle fatte.

Rendere testimonianza a se stessi non serve a niente se non a cadere nella “ vana gloria “.

Il cristiano è colui che brilla della luce del Vangelo, in forza della quale compie opere non per essere visto ma per mostrare agli altri cio’ che si puo’ fare grazie a Dio.

Adempiamo quindi, con equilibrio, al nostro compito di essere “ sale della terra “ e “ luce del mondo “.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.