BEATI.
Ben nove volte viene ripetuto questo termine nel testo.
Chi è beato?
Se ce lo chiedessero quasi tutti, probabilmente, risponderemmo: “ chi è felice “.
E chi crediamo sia felice?
Chi è “ ricco “ e, pertanto, “ non ha problemi “.
Orbene, qualcosa non torna.
Gesu’ proclama “ beato “, quindi felice, chi è povero, chi piange, chi ha fame e sete e via dicendo.
Ma…se io incontro un povero, non credo che la prima cosa che mi venga in mente di dirgli è: “ beato te “.
E, allora, Gesu’, che cosa ci vuole dire?
Cosa intende per beato?
Credo che questo termine, cosi’ come insegna Don Luigi Verdi, venga utilizzato dal Maestro nell’accezione di “ degno “, ove per “ dignità “ si intende “ stare in piedi dinanzi a tutto cio’ che capita “.
“ Beati i poveri “, pertanto, per fare un esempio tra le varie beatitudini, non significa “ felici i poveri “ perché cio’ sarebbe assurdo, ma va letto come “ degni i poveri, perché sanno stare in piedi dinanzi alla povertà “.
Stare in piedi.
Essere degni.
Questo è il significato da attribuire al termine “ beati “.
Sostituendo pertanto, nel testo, al termine “ beati “ la parola “ degni “, capiamo che Gesu’ non esalta la povertà materiale, non è contento per chi piange, ma sta lodando questi uomini perché dinanzi alle ristrettezze economiche, dinanzi al dolore, non si abbattono, non si piegano, ma restano in piedi perché sono saldi nella fede, che da loro una certezza: il Signore è accanto a loro e non li abbandona.
Chi ha questa certezza, questa fiducia, è beato, vive, cioè, una gioia che ha la dimensione dell’eterno, e che, pertanto, è superiore ad ogni brandello di felicità che può nascere da un effimero piacere materiale.
Il messaggio per tutti noi, da trarre da questa pagina, è, pertanto: restate in piedi, non abbattetevi, perché, come ci ha promesso Gesu’ , “ io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo “ ( Mt 28,20 ).
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.