“ Attorno a Lui si raduno’ molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati“.
Zoppi, storpi, ciechi, sordi, malati, sono personaggi che spesso si rinvengono nei Vangeli.
Li abbiamo ritrovati circa un mese fa ( n.d.a.: nei giorni 06 e 07 Novembre ) nel leggere il capitolo 14 del Vangelo di Luca.
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Gesu’, in quell’occasione, ci suggeriva di invitare, ai nostri banchetti, “ poveri, storpi, zoppi, ciechi “ e, poi, diceva al suo servo di invitare alla cena da Lui preparata le stesse categorie di persone.
E chi sono questi zoppi, storpi, ciechi e sordi?
Sono tutti gli uomini ma…con una grande differenza.
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C’è chi si riconosce tale e và da Gesu’ senza nascondere il suo limite, la sua povertà , chiedendo solo di essere guarito.
C’è chi invece non ammette le sue miserie e si ostina a non riconoscersi tale rifiutando l’incontro con “ l’unico medico “ che puo’ guarirlo.
Chi si riconosce in quelle categorie ammette di “ essere digiuno “, di “ essere affamato “ dell’unico pane che gli occorre, Cristo Gesu’.
Di questi uomini il Signore “ ha compassione “ e dona loro Lui stesso, il Pane di Vita, che gli consentirà di “ non venir meno lungo il cammino “ e di trasformarsi, a poco, a poco, anche loro in pane per altri fratelli che avranno l’umiltà di riconoscersi zoppi, ciechi, sordi, storpi.
Ecco il grande miracolo che ci viene descritto nel Vangelo di oggi: Dio non sazia la nostra fame corporale, non ci risolve tutti i problemi pratici del quotidiano ( cosa mangeremo cosa berremo ) ma fa molto di più: sazia la nostra fame spirituale, ci guarisce, ci ridona occhi per vedere i bisognosi, orecchie per ascoltare chi invoca aiuto, gambe agili per camminare nei luoghi ove c’è bisogno di annunciarlo.
Ecco il miracolo della moltiplicazione dei pani: Cristo, che si è fatto pane per noi, guarendoci ci fa diventare pane per gli altri.
Il tutto sempre se si ha l’umiltà , come dicevo sopra, di riconoscersi ciechi, storpi, sordi, zoppi.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.