“ Un uomo ricco aveva un amministratore e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamo’ e gli disse: cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione perché non potrai piu’ amministrare “.
Questo versetto è un vero e proprio invito, da parte di Dio, a tutti noi, ad una “ corretta amministrazione “.
Il Signore è infatti “ l’uomo ricco “ di cui parla il testo.
Da ricco che è, nella sua generosità, ci elargisce molteplici “ doni “.
Ci ha donato la vita, il creato, gli animali, le piante, i fiumi, i mari, e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.
Tutti questi beni, fidandosi di noi, ce li ha dati in “ amministrazione “.
Il problema sta proprio in questo termine.
L’ “ amministratore “ è una figura differente dal “ padrone “.
Gesu’ questo vuole dire oggi a..molti di noi.
Non sei “ padrone “ né della tua vita, né del tuo tempo né dei beni del mondo, ma sei solo chiamato ad “ amministrarli “.
Prendere atto di questa realtà ti fa fare una svolta epocale di vita.
Inizi, infatti, ad “ essere scaltro “, a ridefinire le tue priorità, a non affannarti per il ben-avere, a non utilizzare tutto il tempo che hai avuto in dono ad accumulare ricchezze che, in ogni caso, non potrai tenere in eterno perché ne sei solo amministratore e custode per il breve periodo della tua esistenza terrena.
E, allora, un invito a tutti: diveniamo “ scaltri “ e amministriamo con saggezza cio’ che ci è stato donato.
Sarà il modo migliore di ringraziare il Signore per i molteplici doni che ci ha fatto.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.