Ieri, leggendo la parabola del centurione che ando’ incontro al Signore affinchè guarisse il suo servo, che era paralizzato, mi sono soffermato sul fatto che una delle caratteristiche del cristiano è il “ vedere “ chi soffre, chi è “ paralizzato “.
Anche oggi il verbo “ vedere “ è protagonista del testo.
“ Beati gli occhi che vedono cio’ che voi vedete “.
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E’ la frase che Gesu’ rivolge ai discepoli.
Ma che vedevano i discepoli?
Vedevano “ queste cose “, cioè quelle che Dio aveva “ nascosto ai sapienti e ai dotti “ e “ rivelato ai piccoli “: le meraviglie che compiva l’Amore facendosi dono.
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Si innamora di Cristo chi, guardando alla sua vita, nota di come la abbia spesa tutta per amore, spezzandosi per gli altri, fino a farsi dono per ciascun uomo.
Gesu’ ha dato il sangue per me, proprio per me.
Chi “ vede “ queste cose è un “ beato “ perché dinanzi ad esse non puo’ restare indifferente e cercherà di vivere nello stesso modo, amando piu’ che puo’.
In tal modo la sua vita sarà piena.
Ed io sono “ piccolo “ al punto tale da poter “ vedere “ queste cose?
Buona giornata e buona riflessione a tutti.