Il Vangelo di oggi è un richiamo a tutti noi cristiani affinché ci facciamo “ annunciatori “ del Regno.
Per farlo bisogna acquisire, innanzi tutto, il sentimento che connotava l’agire di Cristo: “ la compassione “.
E’ un termine bellissimo, di cui ho trovato la più forte definizione in un testo di Natale Benazzi, che la descrive come “ il turbamento profondo che l’altro produce in me, nel momento in cui vedo le sue sofferenze, ne sono commosso, mi chino su di lui nella necessità di alleviarle, perché sento di non poter fare altro che stare presso di lui “.
Animati da questa compassione siamo pronti a svolgere “ la nostra missione “.
Cosa dobbiamo annunciare?
Che… “ Il Regno dei cieli è vicino “.
Questa espressione, a primo acchito, può trarre in inganno perché si pensa che questo “ Regno “ lo conosceremo dopo che…. saremo morti.
Come potremmo pertanto annunciare un qualcosa che, essendo ancora in vita, non conosciamo???
In realtà, come ci dice Cristo, “ il Regno di Dio è in mezzo a voi “ ( Lc 10,21 ).
E’ quindi vicino, prossimo, e dobbiamo consentirne, con le nostre forze, la piena attuazione.
Come fare?
In primo luogo riacquisendo la “ logica della gratuità “.
“ Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date “.
E’ un passaggio preliminare ed imprescindibile.
Se tutto cio’ che si fa nella vita deve avere un tornaconto, un interesse economico e personalistico, un guadagno, il “ Regno “ resterà lontano.
Se invece si riesce a comprendere la fondamentale verità che tutto cio’ di piu’ prezioso che abbiamo, che è la nostra vita stessa, ci è stata donata, si capisce anche che il modo migliore di utilizzarla è quello di donarla agli altri, nel senso di spendere una parte del proprio tempo, delle proprie energie, a servizio del bene, dei fratelli che più ne hanno bisogno.
L’acquisizione della logica della gratuità consente di mettere le proprie energie a servizio del Regno ed ognuno, con le sue peculiarietà, riuscirà a “ fare miracoli “.
“ Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni “: tutte queste cose possiamo farle anche noi se ci mettiamo, gratuitamente, senza interessi egoistici, alla sequela di Cristo: con la nostra testimonianza di vita, infatti, riusciremo a far comprendere a molti fratelli che, se si affidano a Gesu’, anche loro possono guarire dalle loro infermità, dalle lebbre e dai demoni che li schiacciano.
Diamo, quindi, con generosità, e faremo “ miracoli “, ricordandoci che l’egoismo non serve perché “ nulla ci appartiene “, cosi’ come ci insegna il profeta Giobbe nel suo meraviglioso libro, in cui leggesi ( Gb 1, 21 ): “ Nudo uscii dal seno di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore! “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello