“ Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli “.
Alcuni giorni fa ( il 28 Febbraio ) la liturgia ci ha proposto la pagina del Vangelo in cui Gesu’ insegnava agli apostoli il Padre Nostro.
Oggi il testo ci spiega “ come si fa “ ad esercitare, in concreto, la nostra “ comune figliolanza “.
Siamo veramente figli se…..” amiamo i nostri nemici e preghiamo per coloro i quali ci perseguitano “.
Si, lo so, ci guardiamo un po’ smarriti dinanzi a questa affermazione, pensiamo che, se le cose stanno cosi’, non potremo mai essere figli del Padre perché non siamo proprio capaci di “ amare chi ci è nemico “ e di “ pregare per chi, ogni giorno, ci perseguita “.
Sembra innaturale cio’ che ci chiede Gesu’.
E invece, se ci pensiamo, Cristo ci chiede semplicemente…di essere cristiani.
Amare chi ci ama e pregare per chi ci vuol bene è semplice, lo fanno anche i “ pagani “, coloro, cioè, che non riconoscono Cristo come loro Redentore e Salvatore.
Se abbiamo scelto, liberamente, di seguire Gesu’, non possiamo imitare “ i pagani “ bensi’ il nostro Signore.
Se ha amato Lui chi lo odiava, se ha pregato Lui per chi lo perseguitava, arrivando, sulla croce, a chiedere al Padre di perdonare i suoi aguzzini perché “ non sapevano cio’ che facevano “, possiamo farlo anche noi.
Obiezione: noi non siamo Dio, non ci riusciamo.
Parzialmente vero.
Non siamo Dio, questo è certo, abbiamo i nostri limiti che ci connotano, siamo tentati dal maligno a comportarci come i “ pagani “ ma….abbiamo sempre il legame quotidiano con Cristo, il desiderio tendenziale di imitarlo, di fare come Lui.
E’ chiaro che, soprattutto all’inizio di un vero cammino di fede, bisogna sforzarsi perché sembra innaturale cio’ che ci chiede Gesu’, ma, in maniera proporzionale alla crescita dell’intensità della nostra relazione con Lui, che si rafforza con la preghiera quotidiana e con la partecipazione ai sacramenti, vedremo che, giorno dopo giorno, riusciremo, pian piano, a fare qualche passo, ad iniziare a perdonare qualche piccola offesa per poi scoprirci pronti anche a perdonare cose piu’ serie fino ad arrivare, in un crescendo, a pregare per chi ci perseguita e ad amare chi ci odia; cio’ perché capiremo che chi odia e chi perseguita è un fratello fragile, un fratello che non ha sperimentato l’amore di Dio e che, quindi, come disse Gesu’ sulla croce, “ non sa quello che fa “.
Quando acquisteremo questa consapevolezza agiremo “ naturalmente “ e non piu’ “ innaturalmente “ come Gesu’ e… saremo “ perfetti come è perfetto il Padre Nostro celeste “.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.