Seconda Domenica di Avvento di questo anno 2022.
Irrompe nel Vangelo la figura che ci accompagnerà per due settimane, quella di Giovanni il Battista.
Il “ più grande tra i nati di donna “, come lo definirà Gesu’, viene a dirci, in questo tempo forte della Chiesa, una sola cosa: CONVERTITEVI.
Non solo ce lo dice ma, per farcelo capire meglio, lo grida.
Il profeta Isaia aveva parlato del Battista come “ voce che grida nel deserto “.
Ecco che cos’è questo “ strano uomo “, che indossa “ un vestito di peli di cammello ed una cintura di pelle intorno ai fianchi “ e che si ciba di “ cavallette e miele selvatico “: una voce che grida, una voce che cerca di farsi sentire nel deserto.
E’ difficile, come ben si comprende, farsi ascoltare nel deserto.
Il deserto è la nostra aridità spirituale, è la nostra indifferenza per la cura della nostra anima, è il nostro essere schiavi della materialità.
Questo “ deserto interiore “ ci impedisce di sentire la voce dei tanti Giovanni il Battista dei nostri tempi che, continuamente, invitano il mondo alla conversione.
Conversione è un termine che fa paura, che spaventa, perché significa cambiamento radicale, inversione ad U della propria esistenza.
In fondo in fondo quasi tutti ci lamentiamo della nostra vita ma pochi sono disposti ad apportare quei cambiamenti cosi’ necessari per poterla veramente gustare, per poter dire che essa vale la pena di essere vissuta.
Si pensa, immersi in una mentalità guidata dal “ Dio profitto “, che “ dedicare del tempo “ alla cura della propria anima sia, in realtà, una “ perdita di tempo “.
Tutto cio’ che inerisce lo Spirito viene relegato, quando va bene, ad un mero “ ritualismo “, ad una asserita appartenenza ad una religione senza vivere minimamente gli insegnamenti del Vangelo.
RAZZA DI VIPERE
Il Battista, dopo aver apostrofato i farisei ed i sadducei con il “ simpatico epiteto “, dice loro: “ fate un frutto degno della conversione “, cioè iniziate a VIVERE IL VANGELO e non limitatevi a “ rispettare riti e norme “.
Questa forte espressione di Giovanni vale anche per noi, serve a ridestarci dal sonno, dal torpore con cui stiamo conducendo le nostre esistenze.
Siamo in Avvento, in attesa di Gesu’.
Prepariamoci allora e facciamo anche noi un “ frutto degno di conversione “.
Impegniamoci, in questo tempo, per darvi senso, ad apportare almeno un cambiamento alla nostra “ routine quotidiana “, ad introdurre un po’ di spazio e tempo per la cura della nostra anima, ad iniziare a costruire una relazione con Cristo.
Se si è perseveranti in questo graduale cammino, a mano a mano si sentirà il gusto di questo itinerario di “ conversione alla gioia “ e non ci si vorrà piu’ fermare.
Buon “ cammino di conversione “ e buona Domenica a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.